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di Albert Miniera                         Home Amatoriale

Dalla rubrica IPSE DIXIT di Palla Mancata, Anno II N. 6

RICORDI

Alcuni mesi fa ho voluto scrivere alcune parole in ricordo di una cara persona scomparsa. Però il ricordo è opportuno estenderlo anche ad altre due persone prematuramente scomparse in circostanze tragiche: Francesco e Claudio. Entrambi sono stati miei, anzi nostri amici, pur in contesti diversi.
Il motivo di questo amarcord, mi deriva da un’altra persona che ogni tanto capita di incontrare alle partite della squadra di softball (serie A1), il mitico Raggi (Antonio per gli amici). Questi è stato l’allenatore che ci prese dall’oratorio e ci portò al titolo italiano De Martino (è un risultato che è opportuno non dimenticare, almeno a livello di paese !), oltre a risultati che, forse, avrebbero potuto essere superiori, nei vari campionati di baseball, la controprova non esiste. Direi che di soddisfazioni ce ne siamo tolte parecchie! Raggi, meglio Antonio, veniva quasi tutti i giorni da Milano con la sua Vespa, successivamente prese l’automobile la mitica DAF, ad allenarci, inizialmente al vecchio campo di calcio, poi al campo di Bariola. Devo dire che i suoi modi autoritari e dispotici, mettevano soggezione a noi ragazzini, per fortuna gli intermediari Francesco e Nando, mediavano.
Gli allenamenti duravano ore, e Antonio incitava e dava la cadenza. Abbiamo provato anche a fare una no-stop mattino pomeriggio! Cose impensabili, se non per squadre professionistiche! Abbiamo trascorso in questo modo alcuni anni. Poi dovette lasciare per ragioni fisiche e problemi di lavoro. Oggi lo si incontra a vedere le partite e i suoi ricordi sono ancora portati a quegli anni: ricorda che Paolo “dalle grandi leve” era un’interbase nato, Angelo “la piovra” un prima base, Antonio che non aveva molta voglia di sgobbare, però con la mazza era un’iradiddio, e così via per tutti i vari componenti della sua squadra. I suoi ricordi si spingono a ricordare il mitico Glorioso (per chi non lo sa è stato un grande lanciatore), che aveva un fisico d’atleta, che correva moltissimo, e lanciava più che con il braccio con le gambe, poi il grande Brustolon un suo giocatore della squadra che allenava a Milano prima di venire a Caronno, il mitico Borzov (centometrista sovietico) dalle cosiddette “palle quadrate” per descrivere un grande atleta, e così via. Chiaramente si commentano anche le azioni di gioco della partita, apprezzando il lavoro svolto dai Turconi per il softball caronnese e in collaborazione con il buon Francesco per il campo e per l’eccezionale tribuna: fresca e rilassante, rispetto al caldo soffocante di Milano.
Tra alcuni mesi andrà in pensione, speriamo di ritrovarlo più spesso sulla nostra collinetta a raccontarcela e ricordare fatti e personaggi, che sono sempre quelli, ma che impediscono di dimenticare una fase della mia vita, penso della nostra vita, passata, ma mai dimenticata.