Palla Mancata 

ANNO V - NUMERO 1

9 APRILE 2005

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

STAGIONE DIFFICILE  DA DECIFRARE

CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

INCOGNITE

Nei sistemi di equazioni, se ci sono più incognite che equazioni le soluzioni sono infinite, se ce ne sono di meno non c’è soluzione. Nel campionato di softball 2005 non si riesce a far quadrare il conto equazioni-incognite. 
Una variabile subito manca, la rinuncia di Capannoni porta il campionato a 9 e non è detto che l’effetto sarà lo stesso per tutte le squadre. 
Un’incognita è rappresentata dalle tre straniere in campo, decisione presa dal Consiglio Federale contro il parere unanime delle società di A1. Qualche squadra parte subito con le tre straniere, qualcun’altra aspetta a vedere cosa succede, insomma il risultato di questa decisione è una vera incognita. 
Anche la formula non si riesce a decifrarla, le cose saranno effettivamente uguali per tutti? I doppi turni ravvicinati, stante la geografia italiana potranno influire in modo differenziato sul rendimento delle squadre, con risultati imprevedibili. 
E per ora, almeno, non tocchiamo l’argomento “oriunde”.
Si sa anche che l’anno dopo le Olimpiadi è un anno particolare, altre incognite vanno a sommarsi a quelle già presenti. 
Non resta che aspettare la chiamata di “gioco” e vedere cosa succede.


NUOVI ARRIVI
Come ogni anno la passerella dei nuovi arrivi: ecco Rita Dominici


Paris Rumors

LA STRANA COPPIA

CRONACA DI UN POMERIGGIO PARIGINO
di ELENA CONSIGLIO

Devo ammettere che ne ho risentito. Sì perché il giorno dopo ho avuto un mal di gambe che solo i primi allenamenti invernali del Prea riuscivano a causare. Beh, in effetti sono un po’ fuori forma, un anno e mezzo senza sport si fa sentire. 
Però ne è valsa la pena. Non solo perché il mio fondoschiena sembra molto più sodo; ma soprattutto perché è stato un bellissimo pomeriggio, baciato dal sole e da mille e più parole ispirate dall’ambiente di volta in volta diverso che faceva loro da cornice. E che importa se si è camminato per una mezza dozzina di chilometri?!
Tutto era partito da: “Ci vediamo, facciamo 4 passi e poi andiamo a mangiare qualcosa…, così chiacchieriamo un po’”, e i presupposti sono stati tutti rispettati!
Io e Giorgio ci incontriamo sotto l’Arco di Trionfo, ci incamminiamo nel flusso indistinto della folla multi-internazionale degli Champs Elysées, io col passo da turista, lui…con quello del maratoneta! Dopo aver adeguato l’andatura, cominciamo a parlare e così ci raccontiamo le varie e reciproche esperienze all’estero, le persone conosciute, i posti visti; io non rinuncio però al mio ruolo di cicerone, e quindi interrompo spesso il discorso per indicare i palazzi e i monumenti.
Passiamo l’enorme Place de la Concorde, ci inoltriamo nel giardino delle Tuileries che fa da preludio alla maestosità del Louvre: e dato che il sole era splendente e le aiuole in fiore, il discorso non poteva che vertere sulla primavera tardiva a queste latitudini ma a parer di Giorgio sufficiente a far germogliare gli alberi, e non poteva quindi mancare la visita dell’esperto al manto erboso francese: “Non male l’erba però...”.
Scendiamo fino al Carrousel du Louvre, una specie di mall sotterraneo con annesse mura medievali scoperte durante la sua costruzione e l’ormai famosa “piramide rovesciata”, continuando a parlare questa volta di letteratura, letture e libri.
Tornati in superficie, percorriamo tutta Rue de Rivoli, attraversiamo la Senna, sbuchiamo in Place Saint-Michel dove non possiamo esimerci dal farci tentare da una crêpe au chocolat, preparata da una “esauritissima” signora, che si dimentica metà degli ingredienti nella mia, ma riempie la sua di Grand Marnier (ore 18.30!).
Ci sediamo a mangiare davanti a Notre Dame cercando inutilmente di non sporcarci, a questo punto il pensiero non può che andare al Papa, anche perché una volta entrati nella chiesa, l’atmosfera colpisce: non il solito rumore di fondo dei turisti che si affollano ovunque cercando di fare una fotografia, ma brusio e raccoglimento, rispetto e preghiera.
Raggiungiamo Le Marais, quartiere molto alla moda, spuntiamo in Place des Vosges (casa di V. Hugo), e risaliamo fino al Beaubourg, il palazzo con i tubi colorati all’esterno per intenderci, e parliamo di arte e dell’incapacità spesso di capire l’arte moderna.
Prendiamo il metrò davanti all’Hôtel de Ville e andiamo in Place della Bastille dove si trova il ristorante. Commento “sonoro” suo e “mentale” mio: “Beh, mi siedo con piacere!”.
Dopo aver camminato, parlato, visto tanti luoghi, la tranquillità e la convivialità della cena non poteva che portare ad un unico e solo argomento. L’unico ancora non toccato. 
NOTA – A Parigi per lavoro, era naturale vedersi. Il racconto è accurato, compreso il mal di gambe che è venuto anche a me, per due giorni di fila. GT


A1 2005

al via ...

Macerata 
Forlì
Rheavendors Caronno 
Bollate 
Parma 
Bologna
Nuoro
Langhirano
Porpetto


Fashion

Visti da vicino o da lontano, con l’occhio del cronista di moda.
A cura di FRANCY

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Ciao a tutti, eccoci arrivati all'inizio del Campionato 2005, quindi ricominciamo con la nostra rubrica.
Giorgio Turconi non ha ancora provveduto all'aggiornamento della squadra 2005 sul nostro sito www.abcaronno.it (Voto 4).
Chiara Turconi, nonostante un infortunio, fa guadagnare punti alla nostra squadra. Questa volta grazie al suo fisico da TOP MODEL (Voto 8), indossando "a suo dire", come divisa da riposo, jeans bianchi e giubbino rosa.
Voto 9 ai fautori (Piero & Company) del nuovo diamante, creato per le nostre piccole atlete, che sicuramente ci riempiranno di grandi soddisfazioni.
Ora non ci resta che fare a tutti un "in bocca al lupo" per questo nuovo campionato.
Alla prossima edizione!!!!

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COME ERAVAMO

Tratto da Palla Mancata, Anno I - Numero 1
27 giugno 2001

Gli esseri perfetti

Calmi, isterici, urlanti, gesticolanti, compassati, esagitati: quanti sono i comportamenti dei coach. Ognuno è concentrato su come meglio condurre la propria squadra alla vittoria, ma lo stile con cui viene espresso il contenuto tecnico è di una varietà e variabilità degna di un metereopatico.
Per loro gli arbitri non sanno da che genitore (padre) siano stati procreati, i manager avversari hanno Q.I. inferiori a 45 (le scimmie mediamente sono sui 60), i classificatori non distinguono un doppio da una presa al volo mancata in tuffo dopo una corsetta di 40 metri, i giocatori (soprattutto della propria squadra) sono degli autentici imbelli propensi a commettere gli errori più marchiani (ma chi li ha allenati!).
Le scelte tattiche sono le più svariate (corridore in prima, subito smorzata di sacrificio), i segnali chiari ed immediati (mani dietro la schiena e sguardo perso nel vuoto), le decisioni perentorie (corsa a casa dalla seconda con palla in mano all’interbase).
D’altra parte le decisioni arbitrali sono solo e sempre contro la propria squadra che viene penalizzata da giudizi che interpretano in modo stravolgente i regolamenti tecnici.
Per non parlare degli assenti: dal roster manca per infortunio sempre il giocatore indispensabile, a cui il manager non può assolutamente fare a meno. Ma perché ci sono tre prime basi, cinque esterni e solo un seconda base ed un interbase? Forse per esaltare le doti creative ed di improvvisazione che sono patrimonio genetico dei manager. 
Considerazioni finali: non abbattetevi per queste maldicenze e non consideratele offensive (sono solo ironiche): il pubblico vi supporta e vuole ancora divertirsi. 
NOTA – Resta da verificare quanto possa giovare il passaggio di ruolo, dalla tribuna al campo e viceversa.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

 

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

SIAMO ALLE SOLITE

Anno nuovo, articolo vecchio. Rileggendo i “Palla Mancata” dello scorso anno, tutto è già stato scritto. Che il Parma è una buona squadra (unica a vincere a Caronno nel 2003, e guarda caso proprio l’incontro iniziale del campionato); che la Tarricone lavora bene con il ball esterno; che Caronno e Parma erano pretendenti ai play-off 2004, e lo sono anche per il 2005. Da anni scriviamo che dobbiamo avvicinare al nostro sport il grande pubblico, e i calendari degli scorsi anni vedevano Caronno e Bollate giocare in casa in contemporanea! E quest’anno? Per ben 5 volte giocano ancora in contemporanea, alcune volte anche Saronno e Legnano! Tanto vale giocare di notte o a porte chiuse.
Da anni scriviamo che bisogna ridurre i costi di gestione e incrementare il vivaio: risultato? Quest’anno 3 straniere e tutte le “oriunde” che vuoi. Saranno vietate in A2, ma permesse se risultano essere ufficialmente (!) in Italia per studio o lavoro (!). Di conseguenza le italiane non giocano, chiuse in molti ruoli dalle straniere, e poi smettono … quando non saltano addirittura intere squadre (leggi: Bussolengo, Capannoni, …).
Già il campionato è ridotto a tre mesi all’anno (9 aprile – 9 luglio), con una breve sosta prima dei play-off di soli 49 (quarantanove) giorni, alla faccia della forma, dell’allenamento, delle formazioni (cosa faranno le straniere nei quasi due mesi di sosta? Vanno al mare? Tornano a casa? Alla faccia della regolarità del campionato.
NOTA - Per la verità durante la sosta si gioca la Coppa Italia, con una media di 2,(3) = due virgola tre periodico partite per squadra, nei famosi 49 giorni. Attenti al superallenamento!
Si, ma così gioca la nazionale! A parte che è discutibile se sia meglio fermare 120 atlete per farne giocare 15, di che nazionale stiamo parlando? Della “sperimentale” convocata qualche settimana fa, che in A1 retrocederebbe? O quella che andrà a Praga a difendere il titolo europeo, formata da chi? Da “oriunde” arrivate in Italia magari all’ultimo momento?
Il nostro è uno sport esatto, fatto di numeri e statistiche: se una giocatrice batte 400 o lancia con 1 di PGL, magari è il caso, non dico di convocarla, ma almeno di andarla a vedere giocare alcune partite. O no?