Palla Mancata 

ANNO X - NUMERO 2

29 MAGGIO 2010

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

CI ASPETTANO 120 ORE DI FOLLIA


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

IL MIRACOLO CONTINUA

Verrebbe da citare San Gennaro, che ogni anno regala ai napoletani la liquefazione del sangue. Come tutti sanno il 1° giugno alle 20 partirà la folle impresa per il tentativo di record della partita di softball più lunga del mondo. Si fa presto a dire 120 ore, quando dopo una corsetta viene il fiatone e dopo 40 minuti di fungo vengono i crampi.

Comunque il miracolo è già avvenuto. Lo avevamo già visto altre volte, ma l'osservazione è sempre uno spettacolo. A poche settimane dall'inizio dell'evento situazione disperata in fatto di lavori preparatori al campo. Pianificare si pianifica, ma poi servono le braccia. E qui scatta una reazione a catena, una chiamata alle armi che mobilita i cuori e, appunto, le braccia. Già successo nel 2003 e nel 2006, appena è suonata la sirena dell'allarme, tutti si sono messi in movimento. In questi ultimi giorni chi è passato per il Francesco Nespoli avrà visto un attivismo concitato, ma felice. Sorgono tendoni da 600 m2, si completano lavori che languivano da tempo, SI FA FINALMENTE PULIZIA, l'accelerazione è impressionante. Certo, l'apporto degli Alpini (partner ineguagliabili ed insostituibili nell'impresa del record) è determinante: questi non hanno paura di niente. Nulla li spaventa, né una difficoltà tecnica né un imprevisto, né la prospettiva di lavorare per 12 ore consecutive. Quasi quasi mandiamo in campo loro per le temibili 120 ore. 

Nel frattempo si ricompatta lo staff del Grandi Eventi (del softball caronnese): si parte dai ricordi "Ah! Il campionato europeo! Ti ricordi...". Subito però si entra nel vivo dell'azione in corso: prendi, scrivi, fai, trovi... 

Ma al primo momento di pausa ecco lì, in agguato, la subdola e famigerata "fuga in avanti". Allora ci si chiede se sia giusto concedere un po' di riposo ai lavoratori, se poi questi partono sistematicamente per la tangente con idee, per il momento solo assurde follie, tra un po' oggetto di pianificazione per il prossimo evento.

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Visto che dobbiamo videoregistrare l'evento per l'omologazione, perché non portiamo il segnale nel tendone e proiettiamo l'immagine con le azioni dal vivo sul grande schermo, cosa vuoi che sia stendere 100 metri di cavo? Giusto, in sé non è che sia difficile, ma diamine, sommato a tutte le altre cose da fare? 

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L'inglese chiede se abbiamo la possibilità di una connessione WIFI. Certo che no? Conoscete qualche campo da softball che ce l'abbia? Ma la tentazione è troppo grande: una corsa a prendere un access point, altri 60 metri di cavo di rete, l'ordine on-line per un firewall che dia gli indirizzi dinamici... speriamo che ce lo consegnino in tempo.

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Comunque vada, sarà un successo.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

BRETELLONI
di BIDUS

Carissimi portatori sani di bretelle a fiori anni ’60, sulla via di Damasco ho avuto la folgorazione, come i Blues Brothers ho visto la luce, ora tutto mi è chiaro, “I have a dream“, ed io ho fatto un sogno ed ho capito. Per le vie di un paese lombardo, milioni di anni fa, GT e AT, coperti di pelli di animali selvatici, facevano proseliti tra le atlete della pallavolo, convincendole a giocare a softball, dimostrando con il numero di pelli indossate la loro grande abilità nella caccia, sinonimo di garanzia di protezione e futuro florido e sicuro. Il lungocrinuto (*) e superdotato Presidente, coperto di tatuaggi tribali, illustrava le bellezze del proprio campo, lasciando di stucco le femmine, ammaliate da cotanta personalità ingombrante e dalle cicatrici sul petto.
Un incubo; sono stato felice di risvegliarmi sudato, nella grotta buia e umida, dove il masticatore di uvetta passa mi tiene segregato assieme ai miei compagni di scrittura, Qui e Quo. Scriviamo per un pugno di riso e la speranza che un giorno anche noi avremo un campo lungo lungo.
Dall’alto della cassetta di Campari soda, da cui urla al vento le sue sensatissime parole, il nostro amico Speaker, nell’ultima edizione di Palla Mancata, tradotta in sedici lingue tranne il piemontese delle valli de Maira, analizzava, con la consueta lucida follia e lombardica fierezza, la situazione a dir poco bizzarra che abbiamo nell’ISL; spero abbiate letto con attenzione quel pezzo, scritto con il succo spremuto da un chinotto.

A proposito ma dove crescono i chinotti ? Crescono sugli alberi, o spuntano dalla terra come le patate? Lasciamo perdere, chiedere informazioni sul chinotto a chi negli anni ’80 si è bevuto Milano, è come chiedere lezioni sul Corano al mago Merlino.

Follia e fierezza, dicevamo. Nelle regole da tutti accettate non devono esserci dubbi interpretativi, o sistemi che aggirano le regole, ma non possiamo nemmeno pensare che un sistema socialista ed egualitario possa risultare vincente, chi ha più potere economico è giusto che possa prendere tutte le atlete straniere, oriunde o aliene che desidera, ma la domanda che sorge spontanea è, perché non porre un freno al numero di personaggi sportivi non fecondati in Italia? La Società quante ne può, ne potrebbe, o meglio, quante di codeste giocatrici possono contemporaneamente scendere a giostrare sul campo? Tante. 
Chiediamocelo, chiedetevelo, chiedeteglielo, ma facciamo presto, perché ho la sensazione che mancano sempre di più le grida felici della bambine italiane festanti, che si divertono ad imparare il meraviglioso giuoco del Softball.
(**)
Come tutte le cose belle che finiscono troppo presto, devo salutarvi, mi scade la rata del folletto, ho il semolino sul gas ed ancora qualche spina di riccio nelle mutande.
Ciao Cumenda.
GB
(*) O "lungocrinito"?

(**) A sud della linea gotica (ndr).


VISTO DALLA CURVA

SCUSE (POST DERBY)
di DAPE

Noi ultras oggi usiamo il nostro spazio su P.M. per chiedere scusa a tutte le persone presenti in tribuna durante il derby, ma sopratutto alle nostre ragazze per quello che è successo.
Premesso che tutto il caos non lo abbiamo iniziato noi, volevamo chiedere scusa anche a chi ci aggredito verbalmente, perché solo in seguito siamo venuti a sapere che quella non era farina del suo sacco, ma di altri, insospettabili, che tuttavia non si tirano indietro per accendere gli animi.
Dopo le sacrosante scuse, lasciateci fare qualche piccola considerazione, ma perché c'è l'hanno con noi? Cosa facciamo di male? Non offendiamo nessuno, pensiamo solo alla nostra squadra, dunque che fastidio diamo?
Non è colpa nostra se siamo i tifosi della squadra più bella d'Italia (detto ovviamente in modo garbato ed ironico).
Molti non ci gradiscono nei propri stadi, sia di A1 che di A2, ma forse ciò deve essere motivo di vanto, perché vuol dire che facciamo bene il nostro mestiere (di tifosi), ovvero sostenere la squadra sempre e ovunque. Non sarà mica invidia?
Siamo tifosi, quindi per definizione non siamo obiettivi (sembra che vediamo sempre una sola squadra, la nostra), e proprio per questo non ci fermeremo, anzi aumenteremo ancora di più il volume, facendo finta di non sentire le provocazioni dette a denti stretti, per far si che si senta e non si senta. Il fatto è che ci sentiamo bene, molto bene.
Detto questo, ci auguriamo di non incontrare comportamenti ostili, ma se ci saranno porgeremo come sempre l'altra guancia, per stima verso i nostri dirigenti, che ci hanno insegnato il rispetto per l'avversario, la lealtà e il vivere lo sport come un divertimento.

Ecco, noi è così che lo viviamo, come un momento in cui stai con amici, ridi, scherzi e passi allegramente un pomeriggio, niente di più e niente di meno, senza fare nulla che possa mettere in cattiva luce il Caronno. FORZA CARONNO SEMPRE.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

 

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

PRONOSTICI DI A2

Nello scorso numero abbiamo analizzato le squadre di A1, ora diamo un’occhiata alla A2 dopo alcune giornate di campionato.
Siccome tutti sono capaci di parlare “dopo”, ci sbilanciamo come sempre con i pronostici “prima”. Quali saranno le tre squadre ai play-off? Nell’ordine Caronno, Azzanese, Staranzano.
Come, direte voi, ma il Saronno è nettamente terzo! Non ce ne vogliano gli amici vicini, a cui auguriamo veramente di cuore un doppio successo ad Azzano (se non altro per una questione kilometrica).
Il motivo è che la classifica del Saronno è ancora da verificare: deve ancora incontrare Azzanese e recuperare col Pianoro. Sono quattro partite veramente difficili, e solo al termine di questi incontri si vedrà la vera classifica.
Due vittorie di misura con Cairo e Verona non sono di buon auspicio, soprattutto quella con il Verona il cui manager ha fatto di tutto per perdere: stolida gestione dei lanciatori, pessima gestione del tie-break, uno squeeze non capito, una intenzionale non data e una chiamata arbitrale che completa la frittata.
Perché diciamo Staranzano? Ci è parsa una squadra solida, completa in tutti i reparti, ha battuto una volta il Saronno e due volte il Pianoro (da non sottovalutare), ha un calendario facile, potrebbe chiudere l’andata con un 9-5 davanti a un possibile 8-6 del Saronno.
Il Pianoro potrebbe disputare un girone di ritorno in crescendo, e vediamo appunto lo scontro diretto alla prima di ritorno come la partita chiave di tutto il girone A. Le veterane di A1 si vedono, le giovani (?) lanciatrici anche, manca il resto della squadra a dare continuità in battuta. Se la Lolli migliora la tenuta della pedana e rientra la fantomatica Fen (cari saluti!) potranno essere loro la terza forza del campionato.
Ai primi due posti vediamo appunto il Caronno, la cui forza quest’anno è nel box di battuta (per la prima volta nella storia).
Il line up caronnese è veramente profondo: inizia con tre fulmini mancini che, se sono in base, fanno veramente paura, e tutti quelli che seguono sono in grado di metterla sulla rete. Questo vuol dire che in qualunque stato di forma basta che tre o quattro battitori siano in giornata per portare a casa il risultato.
L’Azzanese combina un potente line-up ad una solida pedana, Accordi è in grado di vincere qualunque partita, la no-hit imposta al Caronno la dice lunga su questa lanciatrice che il prossimo anno (altro pronostico) lancerà in A1, si vedrà in quale squadra.
Cairo e Verona restano nelle parti basse della classifica entrambe legate agli alti e bassi delle lanciatrici, Di Micco alterna buone e cattive prove, come la Vinco che pur essendo la terza lanciatrice della serie con un ottimo PGL di 1.91 non fa onore al proprio nome.
A loro discolpa sta la gestione da parte dei loro manager, con un impiego a dir poco scellerato.
Chiude la serie il Bussolengo, decisamente inferiore alle altre, il cui nome (Wild Pitch) spiega molte cose riguardo alla classifica.
Dopo il derby della scorsa settimana si sono chiarite un po’ di situazioni, in seguito cominceremo a vedere se queste “visioni allucinanti” prenderanno forma o meno.