Palla Mancata 

ANNO X - NUMERO 11

2 OTTOBRE 2010

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

STAKANOVISTI


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

COME SI FA A DIRE DI NO

La redazione, ribaltando un canone matematico e logico, ha preso una decisione, la condizione è sufficiente ma non anche necessaria. Ci riferiamo alla disponibilità di articoli per far uscire palla Mancata. D'altra parte ora ce lo possiamo permettere, visto l'incremento del numero di penne disponibili.

Così magari possiamo proseguire anche oltre il termine della stagione agonistica, il rischio è certamente quello di diventare una succursale del "Bar Sport", vedremo.

Questa settimana incameriamo un altro importante successo, con il secondo posto nazionale della squadra Cadette, che si ripete dopo la medaglia d'argento dello scorso anno. Davanti resta Bollate, cui vanno i complimenti per il 50° (!) scudetto vinto, ma il divario si è di molto ridotto, anche il punteggio della finale è probabilmente troppo severo nei confronti dell'andamento della partita, ma le nostre giovani atlete devono capire che ai livelli alti basta poco per cambiare gli equilibri, ed il piatto della bilancia va giù anche se la differenza di peso è di pochi grammi.

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La stagione si allunga e questo è ottimo da ogni punto di vista, vuol dire che siamo nelle finali, che le atlete stanno ancora in campo (per le giovani vuol dire imparare qualcosa in più), che quando il tempo è ancora buono non ci intristiamo al chiuso pensando all'erba del campo.

E poi, quando le tue giocatrici ti implorano: "Ancora qualche palla al volo, ma difficile, che voglio tuffarmi!", come si fa a dire di no.


  

Personaggi della settimana: la squadra Cadette, medaglia d'argento nel campionato nazionale

MAROSTICATION

ERRARE UMANUM EST...

Che vita sarebbe senza softball
di LASARA

…e ora vorrei condividere con voi una cuestione singolare, un’argomento che ci accomuna a tutti perché sto per parlandovi del essere umano.
Ma ci avete mai fatto caso voi che se a uno ci dici ‘’Bravo!’’ e subito dopo ci dici ‘’Hai sbagliato!’’ lui si ricorderà solo della seconda frase!!??
L’uomo umano tende a fare il perfezionista. 

Nella società dei giorni odierni non cè più umilevolezza. Ci si dimentica del positivo e si punta subito il dito contro l’errore. Lo facciamo con noi stessi, e tanto quanto con gli altri. Ma insomma! Questa tendenza deve controvertirsi o arriveremo al punto al quale uno non è più stimolato ad esprimersi col suo nobile pensiero solo perché la gente giudica il modo in cui lo esternifica. 

Impariamo a dare il giusto peso alle cose, a guardare affondo; non fermiamoci all’apparevolezza!

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Se ai contato gli errori di cuesto articolo… sei un comune essere umano.
Se, al contrario, ti sei soffermato sul contenuto allora avrai anche apprezzato la GRANDE staggione della RHEA, che tra errori, alti e bassi è stata capace di tirare fuori tutta la sua propria voglia di vincere. Per se stesse e per tutti voi che ci seguite con passione (*). Anche per cuelli che vengono al campo solo per contare gli errori… 


(*) forse si dice passionevolezza?!?

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L'ironia... ce ne vorrebbe un po' tutti i giorni... altro che le mele...


OLTRETEVERE

PERCHÉ NON SIAMO AMANTI
DEL MADE IN ITALY? 

Dr. Jekill & Mr. Hyde

Visto che sono in vena, e mi sta tornando una certa passione per il batti-e-corri, mi sono voluto documentare su come è strutturato il Campionato Italiano di Softball e scopro che in Serie A1 utilizzano lanciatrici straniere nella partita spettacolo del sabato sera (quella degli hot-dog, delle salamelle e della birra).
Proseguo nelle mie ricerche e scopro che i risultati sono solitamente: 1-0, 2-1 o se va bene qualche punto in più, con la metà delle partite che va al tie-break, perché le regolari sette riprese finiscono in parità 0-0, 1-1.
Ma non è lo sport del batti-e-corri
Mi informo ancora meglio, e scopro che le lanciatrici straniere la fanno da padroni: 9-10-11 strike-out a partita e concedono da 1 a 3 battute valide (mai nello stesso inning)… che brave… 

Una domanda sorge quindi spontanea. “Ma non ci si annoia a uno spettacolo del genere?” 

Lanciatrici straniere professioniste contro ragazze italiane dilettanti... Sai che forza!!!

Magari metà delle dilettanti italiane hanno più o meno 20 anni... Sai che forza!!!

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Qualcuno dirà: anche nel baseball ci sono i lanciatori stranieri. Scusate, non paragoniamo il softball con il baseball, nella serie A (IBL) ci sono gli atleti stranieri (semi-professionisti, semi perché non guadagnano quanto i calciatori) che giocano contro atleti italiani (anche loro semi-professionisti, alcuni addirittura in odore di Major League). 

Lo spettacolo delle finali di baseball tra Parma e Bologna è stato entusiasmante con tante battute valide e azioni spettacolari e ribaltamenti di risultati, ma perché i valori in campo erano pari (lanciatori vs battitori).

Vedere una lanciatrice professionista americana contro una ragazza dilettante italiana, è spesso una lotta impari, dov’è lo spettacolo?

E allora, dopo aver visto Staranzano – Liburnia, dopo aver visto tante battute e tante valide, mi è venuto spontaneo chiedermi: ma perché non facciamo lanciare sempre e solo le italiane, così c’è più spettacolo per le famiglie e per i neofiti come me.

Tra l’altro, agli europei dello scorso anno siamo arrivati sesti, vuol dire che comunque avere fior fiore di lanciatrici straniere in Italia serve a poco, meglio far crescere le nostre.

Magari le straniere le teniamo per le battute e i fuoricampo (che fanno comunque spettacolo), ma facciamole giocare in altri ruoli. 

Così le partite potranno finire: 9-8, 7-5, 6-3 e lo spettacolo ci guadagna.

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Ultimissima considerazione, sempre sulle lanciatrici: perché nelle finali scudetto del softball la sequenza è: straniera – italiana – straniera – italiana – libera (quindi straniera).

Perciò la lanciatrice straniera lancia 3 partite su 5 mentre l’italiana, se va bene, 2. 

Trattandosi del Campionato Italiano, non sarebbe più giusto che lanciasse di più la lanciatrice italiana? 

Forse non siamo amanti del Made in Italy! 


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

GLI È TUTTO SBAGLIATO,
GLI È TUTTO DA RIFARE
(*)

Per le persone non più giovanissime, questo detto fa venire in mente subito un famoso campione ciclista, il toscanaccio Gino Bartali, che con questo intercalare divenuto celebre esponeva le sue tesi per cambiare in meglio il mondo del ciclismo di allora.

Il vostro GUFO ne approfitta per ribadire ancora una volta la sua contrarietà al sistema oggi in uso di play-off e final four che impazza alla grande in questo finale di stagione (**), visto che per nostra fortuna (e capacità) siamo coinvolti settimanalmente in queste avventure.

Dovendo giocare fino ad ottobre inoltrato, tanto vale usare il più corretto sistema delle eliminazioni dirette al meglio di tre o cinque partite, a seconda delle categorie.

Rielenchiamo i motivi per cui la fortuna gioca un ruolo esagerato nello svolgimento di queste gare in due giornate.

1) Il sorteggio (o la stesura della griglia) è determinante, per incontrare avversari che hanno già giocato il loro pitcher migliore e di cui sai già il risultato. Paradossalmente il Caronno è stato favorito a Bussolengo dall’essere giunto secondo anziché primo nella poule precedente.

2) Il tempo atmosferico. Sempre a Bussolengo siamo riusciti a portare al 5° inning una partita in vantaggio, poi sospesa al sesto. Se piove forte venti minuti prima dobbiamo rigiocarla la mattina dopo, andando a letto alla una ed alzandoci alle sette, cosa già successa due anni prima e che ci è costata la promozione in A1. Noi abbiamo giocato l’ultima partita tranquilli e riposati, l’Azzanese un po’ meno e la Accordi si è dovuta fare 14 inning in pedana.

3) L’ordine delle partite influenza moltissimo i risultati. Il Caronno è sceso in campo nel terzo incontro ormai sicuro, poteva perdere anche 5-0 ed era ugualmente il vincitore, ma fino all’ultima ripresa del precedente incontro con il Langhirano ancora sotto la situazione era molto brutta, e ci costringeva a vincere ad ogni costo.

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Perfetto il sistema dei play-out in corso, partite equilibrate, il vincitore lo sarà meritatamente, il Langhirano deve solo a sé stesso se vincerà o meno, e non alla fortuna: dipende dal numero di errori che commetterà il prossimo week-end.

Lo stesso discorso vale per le finali delle giovanili, con in più una aggravante: le squadre ammesse lo sono in modo disomogeneo.

Vi sono ottime squadre, che valgono una medaglia, e che vengono eliminate per motivi geografici, perché situate in regioni forti e finiscono per essere superate dal Bollate o dal Caronno, mentre altre squadre di un livello notevolmente scarso arrivano in finale perché… nel resto d’Italia non gioca nessuno.

Citiamo tra le Cadette Trieste, Forlì, La Loggia e tra le Ragazze il San Martino, il Sala Baganza o il Parma.

Queste squadre vincerebbero di venti punti sul Macerata o il Valmarecchia, che si sono qualificate per le final-four.

Infatti il Macerata nelle Cadette in tre partite ha segnato 2 punti e ne ha beccati 48, ed il Valmarecchia farà la stessa fine sabato 2 ottobre a Bollate.

Sarà necessario rivedere i criteri di ammissione alle fasi finali, ad esempio tenendo conto dei piazzamenti “storici” delle società.

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Altra cosa da cambiare assolutamente è la partecipazione alle finali di atleti maschi.

È giusto che se una società ha poche atlete, pur di farle giocare completi la formazione con dei maschietti, ma ciò non deve essere permesso nelle fasi finali, dove abbiamo già visto un interbase di uno e ottanta prendere una palla al volo all’esterno destro.

Il softball è uno sport femminile, i maschi se non vogliono giocare a baseball hanno il loro softball maschile.

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Infine ribadiamo il criterio di assegnazione delle località dove disputare i concentramenti: chi chiede di giocare in casa le poule giovanili DEVE mettere a disposizione non solo un bel campo con gli addetti alla manutenzione (non devono lavorare i manager ospiti) ma anche uno scorer (possibile che la società di casa non ne abbia uno?) possibilmente uno speaker (squallide le finali nazionali senza inno e commento) e soprattutto la possibilità di mangiare qualcosa per le ragazzine che già giocano ad orari impossibili.

Se non si è attrezzati per un piatto di pasta, almeno la possibilità di un panino e una bibita, o nel peggiore dei casi una pizzeria che possa consegnare sul campo qualche trancio o focaccia.

Vediamo se a furia di battere il chiodo, prima o poi queste proposte le vedremo attuate.

Per stavolta complimenti alle Cadette e auguri alle Ragazze: che il 2010 sia un anno record per Caronno!

(*) Sarà l'età, il nostro opinionista diventa ripetitivo in tutti i sensi, questo titolo l'ha già utilizzato nel Palla Mancata del  21 maggio 2005 (ndr).

(**) Le formule per le finali sono un argomento su cui si può andare avanti a discutere per settimane, Dox qualche ragione ce l'ha, ma vi sono anche molte altre condizioni da considerare. Ritorneremo su questo tema.