Palla Mancata 

ANNO XI - NUMERO 8

21 MAGGIO 2011

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

GIRONE DI RITORNO


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

DOMANDE RETORICHE

Capita con una certa frequenza che i nostri editorialisti pongano domande, quasi mai sono domande vere, quasi sempre si tratta di domande retoriche. La domanda retorica è una figura (ovvero un modo di porre il discorso) che consiste nel fare una domanda che non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implica invece una risposta predeterminata, e in particolare induce a eliminare tutte le affermazioni che contrasterebbero con l'affermazione implicita nella domanda stessa (Wikipedia).

Viene da chiedersi, ma perché allora pongono domande, se hanno già la risposta, anzi - di più - se intendono negare che vi siano altre risposte possibili, oltre a quelle suggerite?

O a loro piace il paradosso, oppure trattano tutti da bambini, e utilizzano l'espediente letterario con fini maieutici, molto ben camuffati.

Contagiato, pongo anch'io qualche domanda (retorica?).

Ci sono pochi spettatori su certi campi perché l'accoglienza latita?

Ci sono tante straniere e poche giovanili perché è più facile trovare i soldi, che non lavorare per dieci anni sul vivaio, con tutte le incertezze del caso?

***

Bidus con sottile ironia, inserisce nel suo articolo un elemento che c'entra come i cavoli a merenda. Perché citare Andrea Pirlo, se non per voler infierire sui milanisti per puro sadismo, per inacidirli rovinando la festa scudetto, per mostrare il vero volto del suddito sabaudo: verde dall'invidia per gli scudetti tolti e non vinti.

Caro Bidus, facciamo di tutto per mantenere segreta la tua identità, ma attenzione che non siamo sicuri di poter continuare così a lungo. La deontologia di PM è entrata in un grave conflitto di interessi con l'anima del tifoso rossonero che è in noi, ultimo avviso: alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai (S. Tofano).

Si intende, un licenziamento del tutto virtuale, perché anche noi, come molti lettori di PM, aspettiamo con una certa ansia l'articolo settimanale chiedendoci: "Cosa diavolo avrà inventato questa volta?".

***

Riceviamo alcune lettere, nei limiti del possibile pubblicate (quando gli autori ci autorizzano, come dire quando gli scrittori ci scritturano, oppure quando gli estensori ci estendono).

Qualcuno che scrive sta in bilico tra un invio sporadico e una collaborazione continuativa. Aiutiamo gli indecisi rendendo note le regole che ci siamo dati.

 

Premesso che non esiste un "direttore" di PM in senso stretto, perché non esiste una vera e propria linea editoriale (lo spontaneismo la fa da padrone), va detto tuttavia che le persone che scrivono vengono (attentamente?) selezionate (*). Vogliamo garantire la "qualità della castroneria". 
Gli asterischi sono un espediente, utilizzato fin dall'inizio, per realizzare un contraddittorio senza pedanteria, e per evidenziare quelle opinioni che non sono in sintonia con quelle della società. 
Le collaborazioni non estemporanee sono realizzate sotto forma di rubrica. Ogni rubrica deve quindi avere un titolo, eventualmente un sottotitolo.
L'autore deve essere noto, anche quando pubblica sotto forma di pseudonimo, ed è visualizzato da un'immagine camuffata.

Non sembra complicato.
(*) Visti certi articoli non sono però chiari e definiti i criteri di selezione.


   

Personaggio della settimana: ancora lei Geovanny Esmeralda Nunez, si è presentata con due fuoricampo.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

PURÈ DE PAPAS
di BIDUS

A Natale il comune di Brindisi mi ha inviato un telegramma per comunicarmi che avrei dovuto ospitare una famiglia greca per una quindicina di giorni, avendo essi completato la scheda a punti del concorso ”Un paese, una pizza, un pomodoro”, messo in palio dalla Barilla in occasione delle festività. 

Alcuni dubbi hanno attraversato la materia molliccia racchiusa nel contenitore posto sopra le spalle ed ho prontamente raggiunto telefonicamente l’ufficio degli Affari Generali del Comune di Brindisi per sottolineare che sarebbe stato più consono mandare la famiglia in un paese italiano a sud del sacro fiume Po, per dare un senso alla pizza e al pomodoro, consumati con moderazione dalle popolazioni nordiche più avvezze al baccalà e agli zucchini in carpione, ma a nulla sono valse le mie rimostranze e la vigilia della trasferta a Turconia l’allegra famigliola ha bussato alla mia porta accatastando quindici tonnellate di pomodoro Barilla in cubetti nel locale caldaia, come dono per la nostra ospitalità.

Gli inderogabili impegni presi con la società Caronno Softball mi hanno costretto a trascinare presso la vostra struttura gli ospiti ellenici. 

Artèmidos Spartitis, il capofamiglia, è rimasto affascinato dalla bellezza del nostro sport e si è intrattenuto per ore con il simpatico Dox, convincendolo a presenziare al congresso che si terrà a Neoprene, città natale di Artèmidos sul tema “Le atlete straniere prima della costruzione del vallo di Adriano”.

Al nostro arrivo le due squadre erano già sul campo, schierate per ascoltare il di Mameli inno. Attorno a loro, saltellante come un satiro del Correggio, il vulcanico GT fotografava tutto il fotografabile, arrivando a immortalare nella sua Nikon F Photomich del '65 gli alluci della moglie di Artèmidos, la signora Lias Profitis, che nel frattempo si ingozzava di castillas e purè de papas con hierba, familiarizzando con le gentili addette del Bar Jola, prima di svenire per un attacco di fegato tra le braccia di Amedeo Goria. Questi si era presentato per lanciare la prima palla dell’incontro, ma essendo arrivato in ritardo si era consolato inaugurando con una bottiglia di fragolino il nuovo colossale impianto voce che sparava salsa e merengue ad un volume così alto che arrivavano lamentele anche dal comune di Como, il cui sindaco - neoeletto - come primo atto amministrativo proponeva di vietare in Lombardia suoni non tipicamente legati alla celtica terra, le canzoni dovevano contenere testi patriottici in lingua insubre, sarebbe stata tollerata l’orobica.

Indaffarato a soccorrere persone colpite dal flash del Bariolinico satiro, non davo peso ai segnali che avrebbero dovuto far suonare un campanello d’allarme nel neurone sguazzante nello scrigno occipitale, Monis Dimiorinis, figlia più piccola di Artèmidos si era nel frattempo iscritta ad un corso di danze caraibiche a dispense e Lias Profitis, la più grande, fumava enormi sigari cubani, semisvenuta tra le palme della spiaggia caraibica a fianco del monte di lancio.

Solo dopo avere soccorso alcuni amici colpiti da agorafobia ed averli ricoverati al centro grandi imbecilli di Scandicci, ho compreso tutto lo scibile nella sua totale e tragica verità, al Bariola’s Field era arrivata l’atleta straniera che tanto aspettavano, tra colpi di luce stroboscopica e grandi ovazioni della folla ella è apparsa, nera con la divisa nera ed i capelli neri. Abbassando la testa per uscire dagli spogliatoi ha intravisto la Longa che discuteva di geometria euclidea e traiettorie dei satelliti con Piero Angela e le ha appoggiato una manona sulla testa, apostrofandola con un amichevole ”Io ti spiezzo in due”. Alcuni esperti pensano che il russo sia la lingua europea che conosce meglio, forse retaggio di uomini di Fidel e istruttori militari sovietici in vacanza nella Repubblica Dominicana.

Ad un colpo di cannone sparato dal cassero del tre alberi che GT ha ricevuto in dono dall’ex centrocampista del Milan Andrea Pirlo in partenza per Torino, le feste sono cominciate, e mentre la signorina caraibica, sicuramente iscritta al sindacato camalli di Genova, sparava palline verso il cinodromo che Big GT ha costruito un paio di km dietro l’esterno centro, la nostra Longa non ha saputo resistere al baraccone del tiro al bersaglio, consumando tutti i risparmi senza mai colpire i barattoli per cercare di vincere un simpatico orsacchiotto barbuto paurosamente somigliante al mitico comandante argentino.

Concludendo, i due tifosi del Forlì di nazionalità bariolana sono evasi dai piombi di La Loggia, essi sono stati avvistati dagli elicotteri della COOP di Modena nelle vicinanze del casello di Rimini, si presume siano diretti nei feudi del barone Bombacci, siete autorizzati a sparare a vista.

Hasta la vista
GB


OLTRETEVERE

PROVARE PER CREDERE
Dr. Jekill & Mr. Hyde

Chi non si ricorda del famoso slogan anni ’80 di una nota azienda venditrice di mobili.

Provare per credere … (urlato a squarciagola).

Questo potrebbe e DOVREBBE essere il nuovo slogan del Caronno dopo il week-end scorso, che gli ha regalato la bellezza di 2 vittorie in campionato. Cominciano a vedersi i primi risultati dopo una dozzina di gare in ISL (o A1 che dir si voglia). Adesso ci sarà tutto il girone di ritorno per cercare di risalire la china e salvare capra e cavoli (*).

Secondo me (e lo propongo alla FIBS) non ci dovrebbe essere la retrocessione secca in A2, ma sia la decima che la nona dovrebbero fare i play-out con le prime 2 della Serie A2 (oggi li fa solo la nona mentre la decima viene retrocessa secca). E spiego perché.

Il salto di categoria è troppo elevato, questo è fin troppo evidente.

Tra la A1 e la A2 c’è un abisso di potenza – velocità – mentalità – squadre con esperienza – giocatrici con esperienza. Anche lo scorso anno l’Unione Fermana (neopromossa) ha affrontato un campionato tutto in salita ed è stata salvata dalla retrocessione per il fatto che mancava la decima squadra (il Parma che aveva dovuto rinunciare) ed è così andata a giocarsi i play-out (facilmente vinti … e ci credo dopo un rodaggio simile).

Adesso, con un anno di esperienza sulle spalle, cominciano a fare la loro figura come giocatrici e come società.

Ci vuole almeno un anno per metabolizzare il cambiamento di categoria, il rischio è che non si riesca a farlo e si retroceda subito, vanificando anni di impegni e investimenti, tornando nel limbo della A2. Per questo le alternative sarebbero: 

- un numero chiuso, solo le migliori squadre d’Italia (ma non sarebbe giusto, ed il CONI non lo accetterebbe);

- allargare il lotto di partecipanti alla A1 (12 squadre per esempi0) in modo da avere tutte le squadre che “dimostrano” di essere forti e alzano di fatto il livello del campionato. 

I play-out verrebbero giocati con le sole giocatrici italiane (ovviamente) e chi ha la miglior squadra ha diritto a giocare nella A1. (**)

Altrimenti ogni anno c’è il rischio che arrivi una cenerentola che ora che capisce come funziona il meccanismo è già pronta a tornare nella serie minore.

Non è un caso infatti che le giovani lanciatrici del Caronno e del Bollate, dopo aver perso purtroppo una serie di gare per manifesta (… si dice differenza di punti !!! vero Dox (***)) adesso cominciano a portare a casa i risultati (partite vinte) o quantomeno partite che arrivano al 7° inning con punteggi equilibrati.

E cosa facciamo adesso … le faremo tornare a giocare l’anno prossimo contro il Cairo Montenotte (non me ne vogliano … è solo un esempio), dopo che hanno affrontato fior di italiane e straniere …

Comunque siccome non si vive di solo italiane, anche una straniera può fare la differenza (Kelly Hardie – Birocci – ecc.), se poi sono sette o otto meglio (come meglio? ndr), ma non sono problemi miei.

***

E allora come straniera ben venga Geovanny Nunez, che si è presentata con fuoricampo e punti battuti a casa a profusione …

Non sono da molto nel mondo del softball, ma qualcosa ho capito … se va avanti così l’anno prossimo mi sa che andrà a giocare in una squadra che si trova all’incirca sul 41° parallelo (vi risparmio la fatica di andare su Wikipedia a cercare, vi anticipo che passa tra Roma e “Caserta” …) 

E si, perché nella vita, come insegna Josè, per vincere ci vuole la bravura, ma soprattutto i campioni (e anche i soldi), e chi ha i soldi spazzola tutti i campioni che ci sono in giro, dai vivai o dalle squadre altrui.

Ma non voglio fare polemica, potrebbe essere una semplice constatazione, d’altronde come ho detto prima, questo mondo lo conosco da poco.  Anche a Bollate di soldi ne hanno tanti ma si scrivono con la S maiuscola …Soldi …

***

Cambiamo argomento.

Questa settimana ho avuto l’occasione di conoscere di persona Marco Meoni (pallavolo – 3 olimpiadi – 280 partite in Nazionale – credo quasi 20 campionati in serie A) e di stringergli la mano (la manona).

Durante l’incontro, al quale hanno partecipato numerosa ragazze del volley e parecchi genitori, ha risposto ad alcune domande di vario genere, una, fatta da un genitore, mi ha colpito.

D. Perché il volley che ha un alto numerosi praticanti, sia in campo femminile che maschile, non ha una grande risonanza nazionale ed è andato in declino rispetto a una decina d’anni fa (quando c’erano gli Zorzi ed i Lucchetta, tanto per intenderci), a discapito anche di sport, come il rugby, che non hanno un analogo numero di appassionati?

R. La pallavolo oggi ha il maggior numero di iscritti e praticanti dopo il calcio e viene (di poco) prima del basket, abbondantemente davanti a tutte le altre discipline (rugby compreso). Purtroppo la Federazione (e lo dice uno che ha giocato 280 volte in nazionale e probabilmente conosce tutti!) negli ultimi anni non ha investito in termini di pubblicità e promozione. Hanno portati i mondiali a Verona, e i palazzetti erano semi-deserti (come i mondiali di baseball lo scorso anno, AGGIUNGO IO). Più o meno hanno organizzato nello stesso periodo una AMICHEVOLE di rugby a Verona e la città era parata a festa, tutti lo sapevano ed era l’evento mediatico del momento. Stadio esaurito, collegamento televisivo ecc. La federazione Rugby in questi ultimi anni è stata più lungimirante, ha preso 4 bei ragazzotti (l’ha detto in veneto perché lui è di Padova) e ci ha costruito sopra delle icone, riviste patinate (anche mezzi biotti), pubblicità in televisione, programmi televisivi. Questo è quello che succedeva anche nella pallavolo negli anni '90 con i vari Zorzi, Lucchetta, Giani, che erano famosi personaggi mediatici e trascinavano tutto il movimento. 
Perbacco mi son detto … sogno o son sveglio ? 

Mi sembra di sentire le mie parole, anzi i miei articoli: 

LA PUBBLICITA’ E’ L’ANIMA DEL COMMERCIO - (PM N. 3)

COS’HANNO GLI ALTRI PIU’ DI NOI - (PM N. 4)

Rileggeteli, non ci vuole un nazionale di pallavolo per arrivarci, però detto anche da lui mi fa molto piacere.

***

Riporto alcune notizie dal sito FIBS (che credo leggerete tutti):

19/5: La sede IBAF di Roma ha ospitato la delegazione del comitato Organizzatore del Mndiale 

19/5: La nuova tabella per i rimborsi chilometrici degli ufficiali gara.

20/5: Ha riscosso grande successo il tunnel gonfiabile della FIBS durante la staffetta Mappamondo

20/5: Giochi studenteschi oltre “100” presenze ad Ancona (ce n’erano di più al Volley di Primavera di mia figlia in paese).

Tralascio le altre ma potete andare a leggerle voi.

Forse ci vorrebbe qualcosa di più trendy ed aggressivo … magari chiamiamo Belen Rodriguez a fare il testimonial …(non fate le soliti allusioni maschili della mazza e delle palline per piacere …).

Non sono polemico, la mia è critica costruttiva, sono o non sono Dr. Jekill & Mr. Hide 

PS  Tutti siamo un po’ Dr. Jekill & Mr. Hyde ,e chi è senza peccato scagli la prima pallina STRIKE.

Buon week-end.

(*) Ci sfugge, in questa situazione chi sia la capra e chi i cavoli, occorre chiarire.

(**) È indubbiamente la soluzione più giusta, ma se non si riduce ancora di più il numero delle straniere in campo, si potrebbe verificare il caso di una squadra di A1 che senza le straniere non riesce a mettere in campo una formazione decente, e non sembra nemmeno logico che una società allestisca due formazioni, una per la A1 e una nel caso di playout. Occorrerebbe approfondire questi aspetti.

(***) Si dice Regola dei punti di vantaggio.


VISTO DALLA CURVA

DA 1 A 3
(ed è solo l'inizio)
di DAPE

In 14 partite 1 vittoria, questo recitava la nostra classifica prima del doppio incontro contro La Loggia e Nuoro, ora la classifica dice che di vittorie ne abbiamo 3, dunque vuol dire che di 4 partite giocate, ne abbiamo vinte 2, anche se a parere mio ne potevamo vincere 4, ma la prima contro La Loggia è stata una partita strana, il neo acquisto Geovanny ha lanciato un po' sotto le sue capacità e La Loggia ha dei battitori molto buoni, mentre la seconda contro il Nuoro in pratica la vinta da sola la una grande Paola Cavallo.

A questo proposito vorrei, se posso, dare un consiglio alla presidenza, visto che siamo in crisi con i lanciatori italiani, l'anno prossimo non sarebbe male vedere la Paola con indosso i nostri colori, sia chiaro è solo un consiglio...

Per tornare alle 2 vittorie, la domanda che ci poniamo è: "Come mai questo cambiamento?".

Molti dicono perché è arrivata Geo che batte come fabbro, io credo invece che l'arrivo di Geo logicamente grazie alle sue battute, sia stato un innesco per la fiducia di tutte le ragazze, ora con Lucie, Jen, il Capitano, la Babi e Geo abbiamo delle belle mazze e di conseguenza anche tutto il resto della squadra si sta allineando a loro.

Ora aspettiamo solo che il nuovo acquisto inizi a lanciare come sa, e allora non ce ne sarà più per nessuno.

DAI RAGAZZE, NUORO E UNIONE FERMANA SONO LÌ, ANDIAMO A PRENDERLE, NOI CI CREDIAMOOOOOOO.

FORZA CARONNO SEMPRE.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

BIFIDUS BUONPAGURO

Chi sarà mai costui? È il fratello di Albumillo Sgrullini, che si è presentato in incognito sul campo di Bariola al seguito della squadra piemontese giunta da noi in visita sabato scorso, ma è stato subito riconosciuto dal nostro Presidente, che lo ha immortalato in una coppia di fotografie poste poi sul sito con il concorso enimmistico (così si scriveva a quei tempi) ”Indovina chi è”, e chi sarà mai, visto che tutti i duemila sostenitori sabaudi indossavano la stessa giacca.

Cotale sgherro millanta di detenere due tifosi caronnici, e minaccia orrendo ricatto di volerli… restituire!

Di fronte a tale nefasta possibilità siamo disposti a tutto: pur di vederli affogati nella Dora (l’una o l’altra) siamo disposti a:

1) Ridurre le dimensioni del campo.

2) Astenerci dal mangiare “casseoula” per ben due giorni.

3) Inviare in dono ai Loggionisti l’unica preziosa copia amanuense del libro di A. Lazvol (dotta citazione), da porre sul leggio di fianco alla pedana della Longa dal titolo “Come tirare bene in prima anche a Caronno Pertusella”.

***

Intanto finalmente è arrivata Geovanny, ed ha fatto subito vedere chi è. La squadra, con la sua sola presenza, si è trasformata in una squadra vincente: contro Nuoro, quando è salita in pedana Petraskova, la parte bassa del line-up è tornata a battere come lo scorso anno ed ha messo al sicuro il risultato. Se sarà altrettanto dominante in pedana come lo è nel box (il secondo homer stava ancora salendo dopo il fence!), avremo un bel girone di ritorno, ed è un vero peccato che una serie incredibile di contrattempi non le abbia permesso di essere qui sin dall’inizio della stagione.

Inoltre, nonostante l’aspetto, è una ragazza dolce e gentile, molto disponibile e cordiale: ha dato una serie di consigli alle ragazzine under 13 durante l’allenamento, mostrando una serie di esercizi per la battuta ed è divenuta in un attimo la beniamina della squadra, con tutte le piccole che impazziscono per lei.

 

***

Ma qui stiamo diventando troppo seriosi, quindi spariamo un po’ di cattiverie.

L’Unione Fermana è andata a Forlì ed ha scelto di giocare italiana su italiana e straniera su straniera: complimenti per il coraggio o critiche per la presunzione? Per la cronaca le ha perse tutte e due.

La rete spionistica di Dox (che tutto sa e tutto vede) riferisce che Linsdey Meadows sarà a giorni in Olanda. Conseguenze dell’infortunio? È così grave? O vi sono altri motivi? Il seguito alla prossima puntata. Certo che la sua eventuale assenza potrebbe essere molto grave per le sarde.

Le squadre di A1 devono avere tre giovanili, che (da circolari FIBS) devono giocare ognuna almeno 8 partite di campionato e 16 nella stagione, e non sono ammesse deroghe. Forlì ha una squadra ragazze che ha giocato due incontri ed una cadette che ne ha pure giocati due. E la under 21 dov’è? Ma qui almeno qualcosa appare, ma non vi è traccia di giovanili a San Marino, Caserta, Macerata, Unione Fermana.

Forse giocano di notte e nessuno si degna di mettere i risultati sul sito FIBS, ma ci sembra di ricordare che “alle società inadempienti verranno comminate sanzioni anche a carico della classifica della prima squadra” e tali sanzioni “verranno applicate al termine del girone di andata”.

Forse mi ricordo male, ma alla fine dell’andata ci siamo arrivati, attendiamo fiduciosi. 


LETTERE AL DIRETTORE

Premesso che non ci sono direttori, riceviamo e, volentieri, pubblichiamo.

Ci scrive ancora EDC, che volentieri ospitiamo, in attesa di ricevere ancora da lui.

Il direttore c’è, eccome se c’è. Innanzitutto PM è un notiziario (definizione in testa) e come ogni notiziario deve avere un direttore. E poi, chi è che mette gli asterischi, precisando, rettificando, dissociandosi? Direttore, vieni fuori!

Detto questo, l’ultimo numero è veramente esplosivo, quanto a riflessioni, interrogativi, dubbi. Affrontarli tutti assieme sarebbe veramente allucinante per le mie, scarse, possibilità e allora propongo una comoda soluzione rateale: crea suspence, somministra castronerie un po’ alla volta e consente dunque al lettore di riprendersi adeguatamente dopo essersi sbellicato dalle risate. Detto questo con molta, molta autoironia, inizio il cimento.

La prima puntata si occuperà brevemente (come altrettanto brevi saranno le successive) del quesito posto da DJ & MH sul perché gli spettatori del softball siano così latitanti, mancando anche nella componente dei genitori delle atlete. Ora, secondo me il problema è complesso e le risposte sono molteplici; molte di esse sono state condensate nel pregevolissimo “Libro bianco sul softball – proposte per il quadriennio 2009-2012” (ci troviamo oltre la metà, ma secondo me qualcuno non l’ha letto o non ha voluto capire).

Intendiamoci, non tutto di quel libro mi trova concorde (forse perché non sono un attento e profondo conoscitore del mondo del softball), ma ritengo che tante spiegazioni possano essere trovate lì dentro e perciò faccio le mie congratulazioni agli estensori.

Ne volete una? Capitolo 3.3 “Ruolo dei genitori” in cui “… Nel momento in cui si riesce ad ottenerne il coinvolgimento, sempre più spesso si assiste a forme d’ingerenza anche da parte di genitori che fino a pochi mesi prima non sapevano neanche che il softball esistesse … È normale che una ragazzina sogni, non è realistico che lo facciano gli adulti … Gli adulti, che dovrebbero garantire un riferimento continuo alla realtà, diventano più ingenui e sognatori delle loro stesse figlie .”

Vi posso garantire che simili comportamenti spesso generano un clima che definire avvilente è poco: trame, chiacchiericci, invidie, condizionamenti, manovre … neanche fossimo in presenza di attività sportiva lautamente remunerata (che non andrebbe bene lo stesso).

E siccome non è che tutti sono ciechi o non capiscono, la frittata è bella e confezionata e gli allenatori (quelli veri, di cui nel libro si ipotizza l’intervento per disciplinare queste situazioni), che dovrebbero essere rigorosi e fermi, sono costretti a barcamenarsi tra la nausea e la necessità di fare buon viso a cattivo gioco, perché i genitori fanno sempre comodo tanto che qualcuno che, appunto, di softball o di baseball non aveva mai sentito parlare, viene reclutato negli staff tecnici (?).

Capisco tutto, ovviamente, visto che per fare un buon lavoro ogni squadra dovrebbe avere almeno tre tecnici (e forse sono anche pochi). È questo il motivo per il quale, forse, più della improvvida esperienza dell’Accademia, ci sarebbe stato bisogno di un’Accademia dei Tecnici, ma questo è un altro discorso.

Naturalmente, come ho premesso, quella sopra indicata non è l’unica causa del problema enunciato in partenza, ma intanto … Ecco, sarebbe davvero bene andare a leggere con attenzione e soprattutto con spirito critico il documento cui ho fatto riferimento.

Con simpatia, ringrazio per l’eventuale accoglienza.

***

A propositi dei 31 strike out: per quello che penso, non so come si può leggere quel dato. È certo che la “battaglia” tra lanciatore e battitore non sempre può essere colorata con una tinta o con un’altra. Infatti lo strike out, gli strike out, possono essere attribuiti alla troppa bravura del lanciatore o alla capacità non elevata del battitore. Oppure si può dare il caso in cui, ad un lanciatore bravo, ma non eccelso, si oppone un battitore davvero mediocre. Il risultato sarà sempre SO a gogo. Lo stesso vale per una partita con un gran numero di valide. Insomma, quando in campo ci sono due avversari che si fronteggiano la bravura di uno finisce dove comincia quella dell’altro. Non so se sbaglio ma la vedo così. Naturalmente seguirò interventi più autorevoli del mio sulla materia.

EDC