Palla Mancata 

ANNO XVII - NUMERO 4

27 MAGGIO 2017

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

SI CHIUDE IL GIRONE DI ANDATA


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

VENDITORE DI ASPIRAPOLVERI

Lo dice anche Dox, ogni appassionato si sente allenatore, quindi le opinioni in giro sono tante a varie.

Se vale per gli appassionati figuriamoci se non vale per gli allenatori veri e propri. Ognuno farebbe una formazione diversa, essendo differenti le valutazioni sui singoli atleti, ma una situazione particolare si presenta nel rapporto tra allenatore delle squadre giovanili e della squadra seniores nello stesso club.

Nella logica sequenza, le atlete delle squadre giovanili, in primis la Under 21, sono - se già non vi giocano - le candidate per un futuro posto in prima squadra e non è infrequente il caso nel quale l'allenatore della Under 21, se stesse a lui, già farebbe giocare titolare nella seniores qualche sua atleta. Ma la decisione non spetta a lui, quindi ci si consulta tra allenatori, ma ognuno ha la sua autonomia.

Succede però che ad assistere alle partite della Under 21 venga l'allenatore della seniores, e allora lem prodezze delle atlete in campo assomigliano alla dimostrazione di un venditore a domicilio di aspirapolveri che dimostra il prodotto e tutte le sue buone caratteristiche.

Grande assistenza del terza base: sguardo verso la tribuna... "Visto?" Doppio gioco difensivo: "Hai notato?" Battuta decisiva con il corridore in terza: "Capito?"

Per noi un'altra occasione per divertirci, in fin dei conti il softball è uno sport, ma anche un gioco.

***

AVVISO AI NAVIGANTI

Questa volta, anche se sollecitati, non ci sono asterischi. reitero invece una richiesta agli autori di PM. In ginocchio ve lo chiedo: la punteggiatura!

Preparare la pagina web di PM richiede il suo tempo, non aggravate la situazione imponendo all'editor una (a volte pesante) revisione dei pezze per:
- eliminare montagne di puntini di sospensione;
- togliere lo spazio prima della virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto;
- porre un limite all'abuso delle virgolette e delle maiuscole.

Vi farò un regalo, un libro di Vera Gheno (editore Franco Cesati), che ho letto con grande piacere: Guida pratica all'italiano scritto (senza diventare grammarnazi).

Il libro è in genere tollerante nei confronti delle varie opzioni linguistiche, la lingua è qualcosa di vivo e di mutevole, ma quando si arriva al capitolo della punteggiatura, altro che grammarnazi. Ho già ordinato le copie.


Personaggio della settimana: Elisa Oddonini, due valide a Collecchio e media battuta in avvicinamento a quota 300.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

RADIO TIRANA
di BIDUS

Il tempo morde gli attimi con angoli di violenza e rimaniamo nudi, in silenzio, in attesa di novità.

Come i Dervisches Tourner che girano, anche a me girano, e se ascoltassi il Dott. Balanzone che c'è in me risponderei a Re Giorgio riguardo la comunicazione, la divulgazione e i numeri di visualizzazione.

Ma avremo occasione di parlarne faccia a faccia se finalmente Pertusia organizzerà una tavolata Lombarda invitandoci. Sempre che non si colleghino in videoconferenza dal buco evitando così di cucinare. Staremo a vedere.

Ad onor del vero non rispondo perché qualche collezionista di coleotteri da monta potrebbe lamentarsi che usiamo questo ameno settimanale per scopi personali e ciò lungi da me.

E Radio Tirana trasmette musiche balcaniche mentre... Radio Softball lingualunga international mette in giro voci su delusioni e preoccupazioni da parte di tesserati per il nuovo corso dei responsabili nazionali. Rischio di perdere il lavoro svolto negli anni, immobilismo, cambiamenti che non si vedono etc. etc. 

Rispondo semplicemente così: "Vi proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti e dagli inganni del vostro tempo, dai fallimenti che per vostra natura naturalmente attirerete, supereremo le correnti gravitazionali, percorreremo insieme le vie che portano all'essenza".

Dai piani alti del Palazzo mi chiedono di scrivere di A2. In primis non scrivo a comando ed in secundis il pezzo era già in parte abbozzato e da queste parti non si butta via niente.

Ma scriveremo, statene certi, voi restate sul pezzo.

Dal buco le cose si vedono in un ottica diversa, ma siamo anche Noi perplessi riguardo la decisione di concedere una riduzione del numero delle giovanili, la speranza è che si sia fatto un passo indietro per far sì che ci sia il tempo per mettersi in regola. Sono anni che battiamo i pugni sul tavolo e non ci fermeremo certo adesso.

Mentre termino di scrivere il pezzucolo con addosso il fiato caldo del mastino di Pertusvill, in tivi trasmettono un concerto di musica classica in diretta da Taormina in onore dei grandi della terra. Per carità io jador la musica classica, ma cara tivi perché anche ad ore antelucane e senza il supporto di televideo per non udenti non trasmetti qualche bella partitina di Softball? Sicuramente chiedo troppo ma visto che zappando il telecomando possiamo vedere campionati del mondo di freccette, calcio a cinque da spiaggia e salto triplo dal trampolino in piscina senza acqua, forse uno spazietto per noi ci sarebbe.

Ma probabilmente ha ragione il CHErconi. Le note di Mascagni riempiono l'etere mentre Donald applaude convinto seduto vicino a Paolo. Si intravedono delle ombre tra i potenti, sono i greci antichi che si chiedono chi sono questi personaggi che fanno dichiarazioni comuni su intenti che non verranno mai realizzati.


A presto
GB


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

LETTERA APERTA A TUTTE LE RAGAZZE CHE GIOCANO A SOFTBALL
di
KARL DER GROßE

Negli scorsi giorni mi… “arrovellavo” pensando a quale poteva essere l’oggetto del mio contributo a Palla Mancata di questa settimana e, alla ricerca di spunti, sono “atterrato” sul sito della FIBS e mi sono imbattuto nella “Lettera aperta del Presidente Marcon alle ragazze e ai ragazzi che non superano i try-out”.

Di primo acchito ho pensato che questa “lettera” fosse stata… “stimolata” dalla lettura dello scorso, polemico, numero di Palla Mancata, ma… ritengo improbabile che il nostro Presidente abbia tempo da perdere per dedicarsi a codeste letture e sia in tutt’altre faccende affaccendato e, infatti, leggendo questa “lettera” ho avuto la sensazione, nettissima, che fosse un tentativo di chi sapeva di avere la coda di paglia, atto a “giustificare” l’operato dei suoi collaboratori responsabili delle varie selezioni che, storicamente, già dalla Little League quasi mai hanno premiato il merito quanto, spesso, altri… “aspetti” più o meno… comprensibili.

…Vestire la maglia azzurra è ovviamente il sogno di ogni atleta e desidero farti sapere che questa valutazione non deve essere vissuta come bocciatura, bensì come sprone a migliorare le tue prestazioni sportive per il futuro.
Averti come parte integrante del nostro ‘Progetto Team Italia’ è motivo di grandissima soddisfazione per noi e perciò voglio ringraziarti per aver partecipato e per aver dato il massimo durante le selezioni. Voglio inoltre ringraziare chi (la tua famiglia, la tua società di appartenenza, i tuoi tecnici) ha contribuito fattivamente a farti provare questa che, mi auguro, sia comunque risultata una bella esperienza sia sotto l’aspetto formativo, sia per l’opportunità di incontri che possono dare inizio ad amicizie importanti e durature…

Di queste parole concordo in pieno su due cose:
1) Vestire la maglia azzurra è il sogno di ogni atleta.
2) Provare questa esperienza è risultato, comunque, formativo.

Sul primo punto non si può che essere d’accordo sia che si parli di una ragazzina di 12 anni sia di una veterana con tante stagioni sulle spalle… il sogno è comune…
Anche sul secondo punto non si può che concordare però… la mia… “lettura” è di diversa natura.

L’esperienza è stata formativa… certo, perché ti ha fatto conoscere, per la prima volta nel caso di una ragazzina e, probabilmente, per l’ennesima nel caso di una seniores che non sempre, a voler essere ottimisti (…e qui mi aspetto un’asterisco…), nella vita, il merito, l’impegno e la dedizione sono premiati nel modo giusto. Quindi l’esperienza di vedersi preferire la “raccomandata” di turno o l’amica dell’amico è stata sì formativa, perché ti ha insegnato che nella vita esistono le delusioni e le ingiustizie e la tua forza e la tua passione dovrà impedirti di farle diventare disillusioni, perché solo le migliori superano queste esperienze e l’anno prossimo ci riprovano ancora più convinte alla faccia di tutto e di tutti.


IO PROPRIO IO - Interviste a bordo campo

INTERVISTA A MELANY SHELDON

Melany rientra alla Rhea alla conclusione della prima stagione giocata in NJCAA dove si è guadagnata un posto da titolare nella formazione del Chipola College (FL) che ha vinto la sua Divisione accedendo alle finali Statali dove con il secondo posto si sino garantite l’accesso alle finali Nazionali dove hanno concluso il loro cammino che direi che si può considerare decisamente soddisfacente. A mia memoria non ci sono state altre atlete italiane che abbiano raggiunto questi risultati con i loro college e… questo era solo il primo anno.

Di solito la domanda di apertura in queste interviste è… “Come ti sei avvicinata a questo sport?”. Nel caso di Melany Sheldon si può dire che sia superfluo chiederlo visto che viene da una famiglia di giocatori come David, Simona, Kelly e Brian… quindi cambiamo approccio.

Sei cresciuta nel vivaio della Rhea per cui ti conosciamo, praticamente da sempre ma quando ti sei resa conto che quella per il softball era una vera passione che ti ha portato anche a fare scelte non facili in questi anni… per ultima quella di andare a metterti alla prova al College negli Stati Uniti?
Intanto ciao a tutti, sono davvero felice di essere tornata tra tutti voi e non vedo l'ora di riunirmi alla squadra e vedere cosa ci aspetta per il resto di questa stagione.
Ricordo che quando ero più piccola mio fratello e mia sorella giocavano nella squadra di mia mamma, proprio a Caronno, ma io non volevo neanche saperne di giocare a softball. Poi sinceramente da lì a quando ho iniziato a pormi grandi obiettivi non so esattamente cosa sia scattato. Probabilmente una volta iniziato a giocare mi son resa conto di quanto mi divertissi e che impegnandomi potevo anche cavarmela discretamente. Col passare degli anni credo il mio lato competitivo sia iniziato ad uscire e vedendo mia sorella partecipare a tornei in giro per l'Italia e per l'Europa e fare esperienza con la nazionale iniziavo ad essere interessata a tutto ciò. Passo dopo passo poi gli obiettivi son diventati sempre più grandi... e poi il college era diventato il mio sogno.

Cosa ti aspettavi dalla prima esperienza americana e che cosa, alla fine di questo primo anno, hai trovato di veramente positivo?
Mi aspettavo di lavorare tanto e duramente dal punto di vista fisico e così è andata, ma non immaginavo che sarei stata messa alla prova mentalmente tanto quanto è successo. Il college per cui gioco vanta un coaching staff di gran valore, ma con un modo di allenare che in Italia non credo sia frequente o che comunque io non ho mai incontrato, dunque qualcosa a cui non ero di certo abituata. Il loro modo di essere e di allenare però fa crescere le giocatrici sotto tanti aspetti e credo che alla fine di questa esperienza mi porterà a tanti miglioramenti.
Senz'altro l'aspetto umano è stato più che positivo. Avendo vissuto un anno con compagne di squadre, di scuola e persone attorno alla squadra e al college che vedevo tutti i giorni, è inevitabile che si siano costruiti rapporti difficili da dimenticare. Oltretutto le squadre sportive del mio college hanno molti atleti internazionali, quindi mi piace anche lo scambio che si viene a creare tra diverse culture.

C’è qualche cosa che, invece, non è stato positivo oppure ti ha deluso?
Se devo pensare a delle delusioni mi viene in mente la più recente. Non abbiamo di certo concluso la stagione in modo positivo. Dopo un anno piuttosto vittorioso, con una Spring season in cui avevamo perso 6 partite su più di 50 giocate, e dopo esserci classificate seconde al torneo dello Stato della Florida, abbiamo avuto un gran black out in Utah, alle finali nazionali, dove siamo state eliminate dopo tre partite giocate.

Obiettivi per il prossimo anno?
Direi concludere l'anno meglio e arrivare più lontano, inutile nascondere che lavoriamo ogni giorno con l'obiettivo di arrivare fino in fondo. Personalmente vorrei riuscire anche a trovare più serenità in campo ed essere d'esempio alle nuove freshmen che arriveranno, cercando di creare un bel gruppo nonostante le difficoltà che ognuna possa incontrare. Inoltre dovrò trovare un'università dove proseguire gli ultimi due anni di studio e gioco, quindi mi piacerebbe riuscire a farmi reclutare da un college con un buon programma di softball.

A proposito del prossimo anno… la Florida diventerà una… depandance della Rhea visto che oltre a te come giocatrice e a Karla Claudio come Coach del Santa Fe College ci sarà anche la tua compagna di mille avventure Giulia Fiorentini… alla luce della tue esperienza pensi che avrete qualche occasione per vedervi… fuori da un campo di softball oppure l’impegno tra studio, allenamento e partite è così… totalizzante da non permettervi di incontrarvi? Sono contentissima per la possibilità che è stata offerta a Giulia e non vedo l'ora di vederla all'opera. Santa Fe si trova a Gainesville, cioè a 3 ore dal mio college, quindi non è facilissimo trovarsi anche perché essendo una giocatrice international non ho un mezzo mio col quale spostarmi e appunto gli impegni sono tantissimi (spesso non ho nemmeno un giorno libero nei weekend) e stancanti. Sarebbe bello trovarsi e ci ho già provato quest'anno con Karla, ma alla fine siamo riuscite a vederci soltanto un paio di volte in tutto l'anno, di cui una in campo come avversarie. Sicuramente ci riproveremo anche il prossimo anno, e Giulia sarà una motivazione in più, e se ci sarà un'altra partita Chipola-Santa Fe sono certa che ci divertiremo!

Cosa ti piace del Softball?
Del softball mi piace il fatto che sia uno sport piuttosto unico, dove vieni messo allo prova sotto tanti aspetti, credo che sia uno sport completo. Come sappiamo è considerato sia uno sport individuale sia di squadra e mi piace quanto devi sempre essere in grado di superare ostacoli come singolo ma con in mente l'obiettivo di squadra e anche per aiutare le tue compagne. Mi piace anche il fatto che il giocatore viene messo alla prova il tanto fisicamente quanto mentalmente (se non di più!).

Cosa NON ti piace del nostro Softball oppure cambieresti e/o faresti per migliorarlo?
Del softball in specifico non cambierei nulla, più che altro magari di chi lo pratica, ma come ogni altro sport. Non mi piacciono le individualità e nemmeno le società che creano grandi problemi per nulla, istigando astio tra i giocatori. Mi piacerebbe che tutto il mondo dello sport fosse sempre un ambiente sano e sereno.

Il tuo momento più bello e/o emozionante sul campo?
Purtroppo ho ricordi di tanti secondi/terzi posti, quindi forse più delusioni che momenti di gloria, ma c'è ancora tempo per rimediare spero! Probabilmente uno dei momenti migliori è stato quando nel 2013 abbiamo raggiunto la finale delle Senior League World Series con la selezione lombarda (l'allenatore era Argy tra l'altro).

A parte il Softball quali sono le tue altre passioni?
Ad esser sincera il softball occupa praticamente tutto il mio tempo libero ed è la cosa che più amo fare.
Forse ora che sono stata via posso dire che il cibo italiano è altrettanto una mia gran passione!


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

BANSHEE

Urge un aiuto a Bidus, in grossi guai dal suo buco nel vano tentativo di allontanare inquietanti presenze dai dintorni della sua terza base. In cambio di una bottiglia di quello buono gli invierò alcune registrazioni di musica celtica: l’esecuzione di un paio di planxty e di un lugubre pibroch provocheranno l’apparizione di un fantasma irlandese, vedi titolo, (figura femminile che presenzia ai riti funebri) e sicuramente le presenze malefiche non riusciranno a sopportare quel genere musicale e saranno costrette ad abbandonare il diamante piemontese.

Rispondo invece seriamente alla domanda posta dal loggionista: non sull’attraversamento aviario, ma sulla ricetta che viene tenuta celata nella casseruola in cui davvero tutti ci dibattiamo. La ricetta giusta si riduce ad una sola frase: “ Fatti un bel campo e procurati un bravo allenatore.”

Per allenare bene un buon numero di giovani atlete servono alcuni campi da gioco. Bollate, che da anni è al vertice del softball italiano, aveva tre campi. Anche a Caronno abbiamo costruito tre campi. L'anno scorso Bollate ha costruito in quarto. Anche a Caronno abbiamo lo spazio per costruire il quarto, e già con i pali delle luci installati! Purtroppo questo vorrebbe dire mesi e mesi di badile e betoniera (quindi è meglio aspettare un momento). Ma questa è la strada da seguire, e facciamo notare che la prima parola della risposta è “fatti”, non “aspetta che il tuo comune te lo costruisca”, cosa sperabile, ma che non accadrà mai.

La seconda è “bel”, in modo che il pubblico trovi piacevole venire a trascorrere del tempo sull’impianto. Occorre dunque investire tempo e risorse nel rendere accogliente il luogo, a scapito magari di qualche immediato ma effimero risultato sportivo. La presenza di un bar efficiente non solo attira pubblico sull’impianto, ma contribuisce con le entrate a coprire le spese vive di ogni incontro (leggi palle e tasse arbitrali).

Il secondo punto chiave è la presenza di numerosi allenatori o di uno a tempo pieno. Non tutte le società hanno la possibilità di disporre in loco di numerosi allenatori, vedi a Bollate la dinastia Soldi, ma si può ottenere lo stesso risultato con un allenatore a tempo pieno. A Caronno il salto di qualità è stato ottenuto con l’arrivo di Argenis Blanco che garantisce un grande numero di ore di allenamento, non solo d’estate con le squadre agonistiche, ma anche d’inverno presso le scuole, da cui proviene un buon numero di giovani atlete che garantiscono negli anni la continuità della società. Se poi l’allenatore è anche molto bravo, come nel nostro caso, i risultati arrivano come necessaria conseguenza. E per risultato non si intendono solo le vittorie, ma soprattutto un gran numero di giocatrici di buon livello prodotte in tutte le categorie giovanili.

Direte: ma un allenatore a tempo pieno va pagato, e occorrono i soldi. Risposta: vedi l’eccellente esempio fornito dalla società Saronno. Anziché spendere soldi per pagare improbabili giocatrici straniere ha scelto di ingaggiare un manager, Larry Castro, che sta facendo un ottimo lavoro, e i risultati sono stati immediati e sono sotto gli occhi di tutti, una squadra giovane con un sicuro futuro che tiene bene il campo in ISL al pari (o meglio…) di più blasonate società che scelgono ancora la più facile via dell’acquisto di atlete straniere.

La ricetta è servita. Richiede fatica, lungimiranza, scelte drastiche, rinuncia all’uovo oggi per la gallina domani, ma se vogliamo che la casseruola produca ottima pietanza per lunghi anni, non ci sono altre vie.

Ok, troppo serioso? Prometto che il prossimo sarà solo di cavolate.