Palla Mancata 

ANNO XVIII - NUMERO 2

5 MAGGIO 2018

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

ESORDIO CASALINGO


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

PUZZO DI BRUCIATO

Iniziamo con un suggerimento per tutti, a partire da chi per funzione è tenuto a prendere decisioni: correte in libreria e acquistate il libro di Tom Nichols La conoscenza e i suoi nemici, editrice LUISS, i 20 euro meglio spesi dell'anno, anche se avremmo preferito che si fosse mantenuto il titolo originale, che sarebbe La morte della competenza.

Perché questo esordio? Lo capirete immediatamente.

In fondo è proprio una questione di nASI sentire puzzo di bruciato, così come un ASIno non corre il Royal Ascot davanti alla Regina Elisabetta e non si mette mai abbastanza enfASI nel ribadire che bisogna comportarsi da responsabili.

Ecco il punto: il senso di responsabilità, come vedremo più avanti.

Tutti avranno capito che intendiamo parlare della transizione da ASI a AFI, normativa introdotta quest'anno dalla FIBS. Di primo acchito pare una semplice modifica lessicale: atleta di scuola italiana (ASI, fino al 2017) e atleta di formazione italiana (AFI, dal 2018), che differenza c'è? Appunto, qual è la differenza? In effetti la modifica lessicale è necessaria perché le definizioni sono diverse, soprattutto in relazione alle conseguenze in termini di vincoli di impiego in campo.

Mentre fino al 2017 (parliamo del softball) vi era l'obbligo di avere almeno 8 atlete ASI in campo (ASI va interpretato come aggettivo), dal 2018 l'obbligo si limita alla percentuale di AFI in panchina.

A nessuno può sfuggire la differenza abissale tra i due concetti.

La motivazione addotta è un presunto vincolo derivante dall'appartenenza all'Unione Europea: abbiamo seri dubbi in proposito! Se così fosse questa regola dovrebbe essere adottata da tutte le federazioni.

Domanda a chi di dovere: "Quante federazioni CONI adottano lo stesso criterio?"

A titolo di esempio ricordiamo che nella pallavolo tre giocatori del sestetto in campo devono essere italiani e che nella pallanuoto vi è l'obbligo di schierare quattro italiani in vasca. Basta?

Veniamo quindi al punto centrale della questione, tralasciano le assurdità tra cui quella che un'atleta italiana di 10 anni quando viene tesserata la prima volta non risulta di formazione italiana e quella che richiede "almeno 4 anni di tesseramento anche non consecutivo entro l’anno solare in cui compie il 21° anno di età" (chi si tessera per la prima volta a 19 anni non potrà mai risultare AFI). Ma chi ha partorito queste scemenze?

Dicevamo il punto centrale della questione.

Quando si deve giudicare se una scelta, o una decisione, è giusta o sbagliata la regola perfetta è quella del principio di responsabilità, ovvero della valutazione delle conseguenze a lungo termine delle decisioni assunte. In parole povere basta applicare questa regola: "Cosa succederebbe se tutti facessero così?"

Provate ad applicare questo concetto nelle situazioni lavorative, nella politica e anche in famiglia, la verità viene subito a galla.

Proviamo allora ad applicarlo alla regola AFI.

Cosa succederebbe se tutte le società di softball italiane schierassero in campo solo atlete straniere (e lo potrebbero fare, basterebbe avere un numero adeguato di atlete AFI in panchina, magari mamme, zie e cugine che non sanno giocare)?

Risposta: il softball italiano sarebbe morto.

E con questa prospettiva, che bastava poco prevedere, è stata varata la normativa AFI?

Davanti alle obiezioni è stato risposto che "tanto nessuno lo farà". Una risposta del genere è ridicola come principio e già smentita dai fatti.

Speriamo in un pronto e drastico riesame della norma, così come avvenne qualche anno fa quando qualcuno (evidentemente in preda a delirio etilico) varò la norma che permetteva ai maschi di giocare nella categoria Under 16 femminile.

Confidiamo soprattutto nel CONI, vedasi questo articolo Ridurre gli stranieri nei campionati degli sport di squadra. La sfida epocale di Malagò per far rinascere l’Italia.


Personaggio della settimana: Yuruby Alicart, fuori a Greta Cecchetti in apertura a Bollate.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

MELANZANE
di BIDUS

Mi guardo attorno e penso che quello che vedo , quello che vivo potrebbe non coincidere del tutto con la verità , magari ne contiene soltanto una porzione . Tutto quello che so mi impedisce in qualche modo di vedere . Non guardo con la mente aperta a tutte le risposte ma filtro la vita attraverso le mie convinzioni.

Così mi domando , la definitiva fisionomia delle cose che faccio , delle scelte che ho fatto sono la definitiva fotografia che ho voluto conferirgli e non invece quella che ha assunto contro la mia volontà ?

Quale inutile spreco di intelligenza , direbbe mio padre , braccia perse all’agricoltura un talento naturale per il “barbonismo“post comunista , post partito democratico e post Italian Softball League.

Le scelte vengono fatte in base alle necessità contingenti nella miseria o vagliando tra soluzioni eccellenti. Nel primo caso si decide per il meglio del peggio o minore dei mali , nel secondo caso sei veramente libero di decidere perché non esiste una strada più dura delle altre sono tutte perfettamente lisce ed in piano.

Cari amici siete nati quando sui muri comparivano scritte come “L’Immaginazione al potere“ oppure “Una risata vi sommergerà”. Il potere è ancora saldamente nelle mani di chi lo deteneva 50 anni fa e da tempo abbiamo smesso anche di sorridere. Tra le varie castronerie che ho scritto qualche riga antecedente a questa ho parlato di “talento naturale”.

Il talento nel nostro sport come in qualunque altro o lo coltivi nel tuo orticello o lo compri al mercato delle opportunità. Sicuramente il contadino ha nel suo cuore una melanzana più bella delle altre, perché è più grossa o più colorata. Egli sa che dentro quella melanzana c’è tutta la sua passione, la sua perizia ed il suo lavoro. Ma…prima o poi anche quella melanzana prende la sua strada , per scelta sua (della melanzana) o per necessità (leggi anche opportunità). Smettiamola quindi di complimentarci con chi ha dovuto scegliere tra il minore dei mali ed ha perso per strada le sue melanzane allettate da mercati al coperto o supermercati francesi.

Si tratta solo di denaro , non nascondiamoci dietro a un dito, solo di pecunia. Tutto lecito e comprensibile anzi oserei dire condiviso e incoraggiato . Nella mia stupida visione barbonistica e retrò della vita mi sarei aspettato anche solo un piccolo gesto di amicizia , un abbraccio mentale una telefonata , una vecchia cartolina dai paesi del sud. Un gesto per chi nel corso di tanti anni ha innaffiato , concimato e seguito con amore le sue melanzane , con pazienza sopportandone le turbe psicologiche e i capricci primaverili.

Vince chi ha le melanzane più grosse e le risorse per innaffiarle con continuità. Ma mi guardo attorno e penso che quello che vedo , quello che vivo potrebbe non coincidere del tutto con la verità , magari ne contiene soltanto una porzione.

Infiniti abbracci
GB


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

SCONTATI PRONOSTICI ED ESEMPIO DI LUNGIMIRANZA
di
KARL DER GROßE

Con l’archiviazione della Coppa Italia e della prima giornata di campionato si possono già fare, e già lo hanno fatto in molti, delle valutazioni su quale sarà l’andamento della stagione che verrà.

Stando all’entusiasta (o entusiasti… non ho mai capito quanti sono) redattore/tifoso del sito della FIBS le grandi favorite della stagione sono Bollate, Forlì e Bussolengo, credo, rigorosamente in questo ordine, e, dall’alto della mia nota autorevolezza in materia, su questi nomi posso anche concordare tranne che per l’ordine.

Visto il modo in cui hanno vinto lo scorso anno lo scudetto contro Bollate e il modo in cui hanno ribaltato il risultato nella finale di quest’anno della Coppa Italia, non si può che pensare all’irriducibile FORLÌ come alla favorita per la vittoria finale. La grinta e la determinazione che mettono in campo, soprattutto quando l’avversario di turno tende a “snobbarle” e il mix di concretezza ed efficienza che garantisce il (secondo me) miglior gruppo italiano le garantiscono questo ruolo, sempre che la “tattica” che lo scorso anno l’ha portata ad un passo dalla NON qualificazione ai play off quest’anno non si riveli… suicida.

Al secondo posto tra i favoriti, necessariamente BUSSOLENGO anche se ha… confermato, per ora, quanto dimostrato lo scorso anno e cioè, che non basta collezionare “figurine” per vincere le competizioni, ma vediamo quante altre ne “attaccherà” al suo “album” prima del 30 di giugno… almeno due, approfittando di una delle, purtroppo, tante novità a dir poco discutibili, introdotte questo anno dalla Federazione.

Al terzo posto ma… con distacco BOLLATE, malgrado l’innesto di un elemento di valore assoluto come Amanda Fama che, casualmente, è la prima di una lunga serie di italianizzazioni che vedremo nei prossimi mesi, ha firmato per Bollate e malgrado la, dicono gli esperti, migliore coppia di lanciatrici del campionato credo sia una formazione che nel suo complesso non è all’altezza delle ambizioni della società, ma anche qui credo che prima del 30 giugno ne vedremo delle belle. Certo i 30 strike out messi a segno contro di noi dimostrano la forza delle lanciatrici di Bollate. Penso però che quei 30 K subiti dimostrino, in realtà, più quanto la Rhea debba lavorare alla battuta visto e considerato che le due vittorie sono arrivate solo grazie agli insoliti, decisivi errori della difesa che, come lo scorso anno, ha iniziato nel peggiore dei modi la stagione ma, speriamo che scaramanticamente, sia di buon auspicio per ripeterne i risultati.

Dopo queste tre la lotta sarà serratissima per aggiudicarsi il posto rimanente nel girone A e , magari, anche per uno del girone B… tra quasi tutte le altre formazioni che dovranno stare bene attente a non fare troppi passi falsi per non ritrovarsi invischiate nella bassa classifica dove quest’anno, come sempre teoricamente, retrocederanno sul campo 3 formazioni… salvo poi vedere quali saranno e se ci saranno i criteri per stabilire le 10 “fortunate” che giocheranno l’A1 del 2019.

Una citazione a parte meritano le due formazioni che più hanno sfruttato la lungimiranza (si fa per dire) della Federazione che ha equiparato le giocatrici italiane a quelle comunitarie, facendo si che diventasse comprensibile quello che non sembrava esserlo e cioè perché NUORO, a parte i motivi noti a tutti, abbia fatto “carte false” per farsi ripescare se non aveva uno straccio di formazione da poter schierare. Ecco allora la “secchiata” di comunitarie… ma, ripensandoci, sono sicuro che lo hanno fatto per essere utili alla collettività e testare la bontà delle norme varate dalla Federazione…

L’altra formazione è l’UNIONE FERMANA che si è spinta ancora più in là nel fare da tester alle nuove norme andando a tesserare oltre ad una manciata di comunitarie anche le classiche due extra-comunitarie giusto per non farsi mancare nulla.

Ma… il meglio deve ancora venire… aspettate di vedere, il prossimo anno, quando il ritrovato… “sponsor”… di CASERTA, che già per questa, sgangherata A2 ha messo insieme una squadra di pseudo professioniste per vincere la Coppa Italia di categoria, il prossimo anno sarà, certamente, in un modo o nell’altro, in A1 dove, ne sono certo, presenterà un ROSTER di 26 nominativi di cui 3 americane e 10 tra olandesi, ceche e quant’altro e poi 13 ragazzine italiane pescate a caso in modo da rispettare la “regola” del 50% …anzi no… non potrà farlo… perché, mi dicono, che un’altra delle “genialate” introdotte quest’anno dalla sempre lungimirante Federazione è che se tessero una ragazza italiana per la prima volta… è considerata NON AFI… quindi dovrà “ingaggiare” 13 cadette con almeno 4 anni di “esperienza”, che non abbiano pretese o ambizioni di giocare, in giro per l’Italia per poter rispettare la regola … e la cosa che mi preoccupa di più è che temo che riuscirà anche a trovarle…

A questo punto vi anticipo le prossime due sorpresone che mi aspetto che la lungimirante Federazione ci riserverà per le prossime stagioni.

Stagione 2019 – La finale per lo scudetto, non si sa di quale nazione, sarà Bussolengo vs Caserta e, visto il “successo” di quest’anno della sempre lungimirante abolizione dell’obbligo di utilizzare un interbase e un ricevitore italiano in una delle due partite, nel 2019 verrà magari superato il “vincolo” per le lanciatrici con visto, permettendo l’utilizzo di due lanciatrici extra-comunitarie magari con una certa predilezione per quelle… “italianizzabili” così per portarsi avanti per le prossime olimpiadi.

Ma la vera “chicca” che la sempre, lungimirante Federazione ha in serbo per il post-olimpiade di Tokio, dove, già lo sapete, non ci qualificheremo… sarà l’introduzione della possibilità di schierare nel line-up delle formazioni iscritte al campionato di A1, un massimo di 3 atleti maschi anche se non è ancora stato definito se questi avranno dei vincoli di ruolo oppure potranno anche essere schierati come lanciatori… Quest’ultima regola verrà introdotta, ovviamente, solo e se, dal 2021 il softball esisterà ancora… almeno in Italia.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

CAMPIONATO IR...REGOLARE

Abbiamo ancora negli occhi la folla che ha riempito il Francesco Nespoli lo scorso 25 aprile in occasione del doppio incontro tra la Nazionale e la squadra americana delle USSSA Pride.

Più di 500 spettatori un giorno e quasi 700 l’altro penso siano di nuovo quasi un record in Italia per partite che non siano l’Europeo, due partite spettacolari per una vera festa di sport.

Eccezionali le americane, come gioco, disponibilità, simpatia, tecnica: il clinic della mattina è stato veramente utile, una capacità di insegnamento unica. Fantastica la disponibilità per autografi e foto con il pubblico, da prendere ad esempio per la diffusione del nostro sport.

I commenti sul comportamento della nostra Nazionale (non parlo del gioco, ovviamente) sono stati ferocemente censurati dal nostro editor: ci limitiamo per ora ad un piccolissimo appunto.

La Nazionale Italiana, che a voce punta alle Olimpiadi, non ha al seguito uno scorer di squadra, a differenza delle squadre giovanili di qualsiasi società. Per scrivere il line-up un coach ha chiesto in prestito un modulo e lo ha consegnato agli arbitri e alle americane…senza le posizioni difensive.

E poi vogliamo arrivare davanti a Olandesi e Ceche?

Passiamo ora alla squadra del Nuoro, vista a Caronno per la Coppa Italia, con tre ceche e due spagnole, in attesa di due americane. Discreta prestazione, buona squadra, poi inizia il campionato senza le ceche ma con una USA, purtroppo non lanciatrice.

Risultato vergognoso per una prima serie: solo 8 riprese, 40-6 il totale, 32 valide subite.

Neanche nel campionato esordienti. Poi la settimana dopo mette in pedana due lanciatrici di livello, arriva la seconda USA, rientrano le ceche e può magari battere chiunque. E la regolarità del campionato? Fate voi, il nostro editor dice che va bene così (*), è il caso, non ci si può fare niente. OK.

E le medie battuta? Il lavoro dei classificatori e degli statistici buttato a mare, se ho la fortuna di trovare le lanciatrici “buone” posso finire a 600, chi incontra Greta-Pauly finisce a 016. Amen.

E se nell’isola Ichnusa non ci sono i computer (quindi no play-by-play) ci saranno almeno i telefonini? Un SMS ogni tre inning con il risultato e chi sta lanciando? Per il risultato si deve attendere alla fine della giornata e per gli score il giovedì mattina? Se vogliono stare in A1, che si tirino su le maniche, visto che non ci sono giocatrici sarde, ma ci sono i soldi per sette straniere.

Chiudiamo con due parole sulla Rhea: due sconfitte di misura contro la miglior pedana del campionato, Greta in grandissima forma e in peso-forma è tornata la lanciatrice dominante, in grado di fronteggiare chiunque in chiave olimpica. Giocando così Caronno può ben figurare nel prosieguo, Argenis ha giostrato alla grande le sue pedine, con un pelo di riflessione in più potevamo portarne via una, vediamo la prossima.

(*) Ma dove? Dox si sogna, altro che va bene così.