Palla Mancata 

ANNO XIX - NUMERO 1

6 APRILE 2019

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

STAGIONE NUMERO 51


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

NUMERI

Si dice che il baseball e il softball siano sport di numeri. Verissimo, pochi altri sport hanno nelle statistiche una parte così significativa del proprio esistere.

Ripartendo con PM, abbiamo ripreso il primo numero dello scorso anno, dove appariva il logo del cinquantesimo anniversario di fondazione del Caronno, e aggiornando la testata ho notato che il prossimo anno PM celebrerà il proprio ventennale, un numero decisamente importante.

Sono così venuti alla mente alcuni numeri ai quali siamo legati, e la cosa fa un po' impressione.

Partiamo dalla stagione numero 51, in un matrimonio vuol dire avere celebrato le nozze d'oro, per la Chiesa il Giubileo, per una associazione sportiva di uno sport minore che dire? Tenacia, costanza, molta passione e qualche idea.

Il nostro torneo, il Città di Caronno, ha già raggiunto la quarantesima edizione, non siamo a conoscenza di un torneo di softball più longevo.

La Coppa delle Prealpi, della quale siamo co-fondatori e organizzatori, è arrivata alla venticinquesima edizione e, infine, il Campionato Lombardo di Softball Amatoriale, che abbiamo contribuito a lanciare nel lontano 1993, quest'anno gioca la ventisettesima edizione.

Non dimentichiamo anche il record del mondo di durata, ottenuto nel 2010 con la partita delle 120 ore.

Beh, non avremo vinto molto, ma in quanto a costanza e solidità il nostro piccolo record lo abbiamo conquistato.

Alla prossima.

+1


Angelo Cogliati Paola Sarassi

Personaggio della settimana: Inedita coppia in campo a Saronno, nella prima di campionato.

AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

SECCO
di BIDUS

Senza piogge da quasi due mesi.

Quello che stiamo vivendo passerà agli annali come uno dei periodi più secchi degli ultimi anni nel Nord Italia. Per risalire ad un periodo così secco a Torino bisogna tornare indietro di due secoli e precisamente al 1856.

Discutevo di sport e siccità con Arnar Vilhajmsson, islandese emigrato a Torino negli anni ‘80, laureato al Poli con la tesi ”Parlare degli operai senza aver mai fatto un giorno in fabbrica” e riflettevo sul fatto che anche da noi molti parlano di Softball, senza aver mai calpestato un diamante; quando mi sovviene che devo scrivere sul settimanale di Pertusella.

Il campionato di A1 è partito senza che nessuno sul pianeta e mondi vicini ne sia a conoscenza, tranne naturalmente gli addetti ai lavori. Quindi tutto rientra nella normalità, ma dobbiamo segnalare da cronisti del nulla quali siamo che ultimamente, che qualche cambiamento si è avvistato. Registriamo negli ultimi anni l’andazzo di partire in sordina, quasi sottotono, senza annoverare nel roster campioni d’oltreoceano, per arrivare ai play-off e calare l’asso di bastoni impersonificato da campionesse straniere con ingaggi da capogiro, per far in modo che vinca chi ce l’ha più lungo, la solita solfa maschilista delle docce comuni con il metro a portata di mano.

Questa novità assoluta comporta un grande risparmio di denaro da parte delle Società, ed un falso contributo ideologico e sportivo al progetto italiano, sempre e comunque sbandierato. Non dimenticando anche il famoso progetto giovani, largo alle giovani, lavoriamo sui lanciatori italiani etc. etc.

Scriveva così il grandissimo Gianni Brera: ”Lo sport è semplicemente il paese. Più che risanato andrebbe reinventato. E allo stato attuale è perfino lecito dubitare che esista“.

Forse non c’è più spazio nemmeno per reinventare, corriamo decisi verso un precipizio.

Come nella sanità pubblica, dove le regioni sono costrette a richiamare in servizio medici da tempo in pensione, così nel nostro sport tornano a giocare atlete che da tempo avevano appeso il guanto al chiodo e si formano squadre di mamme con prole e lavori stressanti.

Allora torniamo al punto in cui ci ha lasciato Cartesio: posso essere sicuro solo della mia esistenza in quanto dubito e penso.

Come già da me segnalato nelle mie farneticazioni barbonistiche in qualche vecchio articolo del settimanale che mi ospita per non si sa quale motivo, il dubbio ci aiuta ad avere un senso del limite, a non considerarci né infallibili né onnipotenti. Il dubbio che stiamo per sfracellarci mi assale sempre quando assisto impotente ad atlete giovanissime che vengono svincolate e cambiano casacca. Lungi da me il criticarle, ma il dubbio mi assale e mi domando dove, come e cosa abbiamo sbagliato.

Dubito fortemente che si possa reinventare il Softball, ma sicuramente sarebbe importante trovare un sistema per fare in modo che non agonizzi.

Mi accorgo solo ora che Arnar mi osserva stranito dietro i suoi occhiali da miope. Ho scritto oppure ho parlato da solo ad alta voce, ho immaginato di scrivere e sono effettivamente in sua compagnia, o si tratta di una realtà parallela e noi non esistiamo?

Si tratta effettivamente di un grave periodo di siccità ed essendo fatti in gran parte di acqua, anche il cervello, o almeno quel poco che ne rimane, patisce.

Ci risentiamo alle prime piogge.

Un abbraccio commosso.
GB


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

SIAMO ANCORA QUA
di
KARL DER GROßE

Anche quest’anno si ricomincia… e, come da tanto, troppo, tempo ormai, le premesse non sono per nulla buone.

È partita, infatti, una stagione in cui tutto è stato “strategicamente” fatto e pensato in funzione della tanto agognata Qualificazione Olimpica (…di cui, più che l’aspetto sportivo, sono… agognati i soldi che porterebbe in dote al movimento… tutto… o, almeno, così ci dicono) e, di conseguenza tutto gira intorno alla Nazionale Seniores del “plenipotenziario” Obletter e, di conseguenza, alle 4 squadre “prescelte”.

In nome della Qualificazione è stato sacrificato il calendario, mettendone in piedi uno, se possibile, più assurdo di quello dello scorso anno, sono state sacrificate tutte le ragazze che non hanno il… “privilegio” di far parte del “cerchio magico” della Nazionale ed è stato condizionato in modo decisivo, anche quest’anno, dopo le “prove” dello scorso anno, il “Softball Mercato” in modo che tutto fosse funzionale alla preparazione della competizione ambita da tante/tutti (per motivi diversi, ovviamente) ma che riguarderà, invece, le poche società fedelissime e funzionali a quanto disegnato dagli “strateghi” che hanno in mano le sorti della qualificazione olimpica della “loro” Nazionale.

Le “favorite” giocheranno, casualmente tutte, per il fedelissimo duo del “Bussolate” e per il nuovo team che, più degli altri si è voluto assicurare, a quale prezzo lo vedremo in futuro, i favori di chi conta e che si è costituito quest’anno iscrivendosi “ufficialmente” come Saronno anche se la vera denominazione è quella di “Obletter Family Team” visto che ne fanno parte, a vario titolo, “La Moglie”, “La Zia”, “Le due figliocce” e… come “ornamento” al quadretto di famiglia qualche esponente “locale”.

Prossimamente approfondiremo l’imbarazzante atteggiamento tenuto dal “plenipotenziario” durante gli incontri della prima giornata.

Quindi, se tutto va come deve andare, abbiamo già il quadro delle semifinaliste di quest'anno per le quali è stato strutturato il calendario e cioè il “Bussolate” (che dubito affronteranno l’intera stagione senza un lanciatore straniero), Saronno (che, con i soldi che ha buttato, se non vince, la sua stagione sarà stata fallimentare) e... Forlì visto che Cacciamani e Piancastelli si ostinano a voler fare di testa loro e rimanere a Forlì con l’unica incognita riguardante le Blue Girls, che hanno fatto il “pieno” delle “silurate” dal nuovo corso della Nazionale e potrebbero scombinare i piani degli “strateghi”.

Definito quindi che l’unica incognita di questa stagione sarà capire chi retrocederà, non vediamo l’ora di capire se questa che inizia sia la stagione in cui la squadra delle Ragazze di Bollate smetteranno di frustrare le legittime ambizioni del loro manager (quarto classificato alla votazione di Coach dell'anno) che le guida da sempre, in campo, con tanta autorevolezza e lo aiutino, finalmente, a rompere il digiuno scudetto che dura ormai, da 14 anni, cercando di vincere la decisiva partita con la lanciatrice italiana, invertendo la più recente tradizione che le ha viste perdere negli ultimi 3 anni con Boniardi (Bussolengo), Onofri (Forlì) e Comar/Zappa (Bussolengo) malgrado partissero favoritissime dal pronostico.

Buona stagione a tutti.



TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

FUTURO O PASSATO?

Ancora una volta siamo qui a scrivere il nulla per il nulla.

Tanto nessuno ci legge, nulla cambia, (sono passati 51 anni!), lo stesso cerbero Turconi si era del tutto dimenticato che era iniziata una nuova stagione, se non sollecitato dall’unico lettore e dall’unico autore degno di questo nome (Bidus, ovviamente), troppo preso da i suoi mille impegni comun-musical-ferro-sportivi e troppo accentratore per delegare ad altri qualcuno dei suoi mille impegni.

Il titolo è obbligatorio, e visto che il termine ricorre in tutti gli articoli d’apertura degli ultimi anni, non potevamo cambiare.

Cosa abbiamo di nuovo che non si sia visto sotto il sole in questi ultimi 51 anni?
Un campionato cortissimo, compattato in due mesi e mezzo, giocoforza a causa delle qualificazioni olimpiche: spendo un sacco di soldi per giocare 80 giorni.

Un girone a dieci, finalmente, e nonostante ciò non si eleva il livello di gioco, le atlete sono sempre le stesse, veterane che ancora sopravvivono e giovani immesse necessariamente, ma non ancora mature per una A1 di livello, molte assai brave ma verranno pronte tra alcuni anni.

A una prima occhiata il campionato appare diviso in due: cinque squadre che puntano allo scudetto e altre cinque che puntano a un campionato dignitoso (e a non retrocedere).

Oltre alle tre classiche (Bussolengo-Forlì-Bollate) abbiamo stavolta due new entry che si sono rafforzate non poco. Pianoro (Bologna?) che ha comperato allenatrice e giocatori per puntare al titolo e una lanciatrice di alto (!!) rendimento, che ben conosciamo. E infatti Michelle ha già schiantato il line-up del Bussolengo, e scusate se è poco.

Ma la vera novità è Saronno, che ha comprato di tutto e di più, e che schiera una lunga lista di nazionali più due straniere e una Lisa Biroci forse part-time, ma che intanto nella partita di apertura ha impedito alla Rhea una clamorosa doppietta.
Infatti le caronnesi, sulla carta senza speranza, per due volte si sono trovate in vantaggio verso la fine della partita, rimontate solo dalla potenza del line-up saronnese, quest’anno veramente lungo e inferiore a nessuno.
La nota positiva è che se Caronno gioca così, non dovrebbe avere problemi per una dignitosa classifica e si divertirà a creare problemi alle cinque che puntano al titolo: le nostre due straniere, appena arrivate, hanno già dimostrato il loro valore.

A Saronno sabato scorso il numeroso pubblico si è divertito un sacco, partite tirate, gli esterni delle due squadre hanno tenuto un clinic su come si gioca in A1, e il tuffo di Longhi su una secca battuta alla sua sinistra “valeva da solo il biglietto” come si usa dire.
Sono strafelice per Ambrosi, che dopo una stagione sofferta è rientrata regalandosi un bellissimo homer, se lo merita proprio per il lavoro svolto e la serietà che dimostra sempre.

Per chiudere vi lasciamo con un interrogativo: qualche anno fa intitolavamo un articolo così: “Finn quand sa po' vend ul giusc”. Perché? Qual è il significato? Scopritelo voi.
Nei prossimi articoli riprenderemo l’argomento.