Palla Mancata

ANNO XX - NUMERO 8

19 SETTEMBRE 2020

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

PLAY OFF: CI SIAMO


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

PUBBLICO, NON PUBBLICO?

Ho deciso di pubblicare, ma non si tratta della risposta al para-quesito indicato nel titolo. L'argomento è se il pubblico potrà assistere alle gare al Francesco Nespoli o le vedrà in streaming. Un po' come la didattica in presenza o a distanza o qualsiasi altro paragone che vi venga in mente.

Questa volta il pasticcio ha un responsabile, ma andiamo ad analizzare per bene i fatti.

Fino al 10 settembre in Lombardia il pubblico non entrava negli stadi. Si può o meno concordare con la decisione, ma la situazione era chiara. E dopo quella data?

La Lombardia non reitera l'ordinanza, quindi fa testo il DPCM del 7 agosto 2020 (n. 198) che recita testualmente:

Art. 1 6.e)  a  decorrere  dal  1°  settembre  2020   e'   consentita   la partecipazione del pubblico  a  singoli  eventi  sportivi  di  minore entita', che non superino il numero massimo di  1000  spettatori  per gli stadi all'aperto e di 200 spettatori  per  impianti  sportivi  al chiuso. La presenza di pubblico e' comunque consentita esclusivamente nei  settori  degli  impianti  sportivi  nei  quali   sia   possibile assicurare la prenotazione e  assegnazione  preventiva  del  posto  a sedere, con adeguati  volumi  e  ricambi  d'aria,  nel  rispetto  del distanziamento interpersonale, sia frontalmente che lateralmente,  di almeno  1  metro  con  obbligo  di  misurazione   della   temperatura all'accesso e  utilizzo  della  mascherina  a  protezione  delle  vie respiratorie; /.../

Art. 1 6.f)gli eventi  e  le  competizioni  sportive  -  riconosciuti  di interesse nazionale  e  regionale  dal  Comitato  olimpico  nazionale italiano (CONI), dal Comitato  italiano  paralimpico  (CIP)  e  dalle rispettive federazioni,  ovvero  organizzati  da  organismi  sportivi internazionali - sono consentiti a  porte  chiuse  ovvero  all'aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto  dei  protocolli  emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, /.../

Affrontiamo la questione dal punto di vista matematico (*): la variabile dipendente (binaria) è la presenza o meno del pubblico e quella indipendente è il tipo di evento sportivo (di minore entità, regionale, nazionale, internazionale).

Fin qui, al di là delle oscure ragioni per le quali un evento regionale sia senza pubblico e uno di "minore entità" possa averli, la situazione pare definita. Ma, attenzione, nella formulazione del DPCM è presente, direi in modo subdolo, un assioma (**). Infatti quando si parla di "eventi di minore entità" si associa ad essi una precisa misura quantitativa, e la parola stessa entità indica che il riferimento è quantitativo. Sono di minore entità gli eventi con meno di 1000 spettatori all'aperto e 200 al chiuso.

Ma allora quello che conta è la quantità di pubblico o la targhetta di evento regionale/nazionale/internazionale?

Visto che l'Art. 1 del DPCM si intitola "Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale" logica vorrebbe che il parametro discriminante fosse il numero di spettatori.

Qui probabilmente un retropensiero ha giocato un brutto scherzo agli estensori del DPCM. Siamo sempre alle solite, in Italia quando si parla di sport si pensa subito e solo al calcio di Serie A. Conseguentemente un evento che sia nazionale (ovvero calcio nazionale) è per definizione un evento che muove migliaia di spettatori. Grave errore che fa torto a tutti gli sport minori (e il softball lo è), ma soprattutto fa torto alla logica.

Facciamo un esempio seguendo le (il)logiche del DPCM. C'é un torneo internazionale di scacchi a Ferrara. Il torneo è internazionale perché ci sono scacchisti svizzeri, bulgari e italiani ed è organizzato dalla federazione internazionale in onore del campione recentemente scomparso Albumillo Taldeitali. Spettatori in una annata non COVID: 57, parenti e amici degli scacchisti e famigliari di Albumillo. Terrore! Il contagio colpirebbe inesorabilmente! Perché? Ma è ovvio, si tratta di un evento organizzato dalla Federazione Internazionale Degli Scacchi (ci scusiamo, ma non sappiamo realmente come si chiama). Il problema è l'etichetta.

Poi c'è un torneo di rotolamento della forma di formaggio in Val Nonmiricordoilnome. Si tratta di un evento locale, ma che attrae tutti i compaesani dei rotolatori, ovvero 970 persone. Nessun problema, si tratta di un evento di "minore entità" che non supera i 1000 spettatori. Per il DPCM siamo in condizioni di apertura al pubblico, mica ci sono i pericoli epidemiologici del torneo di scacchi di Ferrara.

Tutto ciò è

(*) Qui matematico sta anche per logico, ci si aspetterebbe che un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) sia formulato secondo logica.

(**) Senza entrare in dettagli tecnici un assioma è una affermazione non dimostrata che si assume essere vera.


Personaggio della settimana: Silvia Durot, epica la sua prestazione a Pianoro.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

IMPREVISTI E PROBABILITÀ
di BIDUS

Pre articolo intempestivo
La notizia mi coglie mentre il papiro è già quasi vergato, scrivo quindi in situazione di post- mortem o per meglio dire in un lessico molto usato in val Maria "postumo".

Complimenti per la grande prestazione, felicitazioni per la semifinale raggiunta, lodi sperticate a tutta la banda Bariola, lusinghe, cerimonie, salamelecchi e smancerie. Bravi molto bravi, ma ora basta perché tutto questo miele mi farà venire il diabete ed aumentare i succhi gastrici. Partiamo quindi con il nuovo articolo dal titolo: Imprevisti è probabilità.

Il tifoso della Juventus, meglio noto come "gobbo", "ladro", o giuventino è un particolare esemplare di homotifosus, è risaputo che il tifoso juventino si dichiara pacifista e disapprova l'uso delle armi in particolare "le granate". Ama assistere alle corride ma solo se alla fine il toro muore e per tradizione antica non mangia carne di agnello durante le festività pasquali. Questa piccola introduzione per rispondere al diavoletto Barioletto che porta sempre ad esempio la mia fede calcistica.

Caro sceriffo di Bariottingham non si possono fare paragoni tra il calcio ed il nostro amato Softball, è vero non mi sono mai lamentato del gruppo juventino in Nazionale, perché da tifoso l'unico mio interesse è vedere la mia Nazionale vincere. Da tifoso del Softball italiano provo le stesse cose, ma da dirigente mi trovo a difendere altre posizioni.

Quindi devo ammettere che sono in difficoltà. Di qualunque sport tu sia appassionato esso è gioia, tristezza, amore e odio. Lo sport unisce tutti, ma il calcio, almeno in Italia un po' di più: tutti parlano un poco di calcio anche chi non è per niente tifoso.

Indi per cui sono incappato in un imprevisto che è un entità astratta cui dare la colpa dei propri fallimenti.

In realtà l'imprevisto non esiste, se qualcosa è impossibile da verificarsi ovviamente non capiterà mai, se è probabile allora è prevedibile. Da ciò si evince la prevedibilità che lo Zar della Varesina mi attaccasse sulla mia juventinità anche perché dai miei informatori so con certezza che non ha ancora digerito i sei goal presi dal Milan il 6 Aprile 1977 a San Siro, ancora adesso per la gran scoppola il colon mi sorride. (*)

Piove in Talbot street nel centro di Dublino, accoccolato davanti ad un bel fuoco nell'affascinante Sean's bar gustando l'esplosione di gusti di questa bionda O'Hara's Irish pale Ale luppolata a freddo, mi chiedo se l'ugola di Bariola ha già risposto con la sua sagacia all'ultimo scambio di idee.

Quindi prevengo e non curo, ed entro a gamba tesa rovinando su caviglie e pallone.
Caro amico non ti "far specie", poiché sulla base della documentazione raccolta potremmo ipotizzare che la locuzione sia stata adoperata a Firenze già nel rinascimento col significato di rappresentare qualcosa di unico, di eccezionale.
Si aggiunga anche che non deve il cantore di San Pietroriola dispiacersi, perché c'è un'alchimia nel dispiacere, può essere tramutato in saggezza la quale se non porta la gioia può tuttavia portare felicità.

Bisogna conoscere i propri limiti e noi li conoscevamo ancor prima di iniziare questo strano campiocovid, li accettiamo non come una sconfitta. Siamo arrivati ultimi, non ci era mai successo in 50 anni di onorata attività (**), dovevamo mettere nel bagaglio anche questa esperienza, ora non possiamo che migliorare. Avere coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare ugualmente e arrivare fino in fondo. Arrivare secondo significa solo essere il primo degli sconfitti.

Arrivederci. Forse !
GB

(*) Riderà di meno quando penserà al record di finali di Champions perse dalla Juve e a quelle vinte dal Milan, ovvero:

1962-63 – Allenatore: Nereo Rocco
1968-69 – Allenatore: Nereo Rocco
1988-89 – Allenatore: Arrigo Sacchi
1989-90 – Allenatore: Arrigo Sacchi
1993-94 – Allenatore: Fabio Capello
2002-03 – Allenatore: Carlo Ancelotti
2006-07 – Allenatore: Carlo Ancelotti

(**) Ahimè a Caronno Pertusella questo era già successo.


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

GRAZIE ALLA SQUADRA SENIORES PER LE EMOZIONI CHE MI SA DARE!
di
KARL DER GROßE

È appena finita la terza partita con le Blue Girls e, per scrivere questo contributo di getto, ho dovuto prima asciugarmi le lacrime dagli occhi per la tensione e l’emozione che hanno scatenato queste tre partite.

Commozione derivante dal fatto di sapere quanta fatica, sacrificio e… sopportazione hanno dovuto metterci giocatrici e staff per raccogliere questa soddisfazione!
La storia di questa squadra, da che la “vivo” io, è sempre stata fatta di sottovalutazione da parte di, praticamente tutti, financo di chi dovrebbe essere dalla nostra parte… a prescindere.

Un esempio lampante di questo erano i commenti di, saccenti, “presunti” esperti che da sempre vivono la presenza della Rhea ai Playoff come quello di un’intrusa che, leggendo il lineup di Pianoro, pieno di grandi nomi, davano per scontato che il lineup delle giocatrici “invisibili” della Rhea che, da sempre, vivono nell’ombra non avendo mai nessuno che accende i riflettori su di loro ma, anzi, potendo li tiene rigorosamente spenti, nulla avrebbe potuto contro la potenza delle mazze avversarie, contro la loro esperienza… bla, bla, bla… e già so che, sempre gli stessi, diranno che è stata solo fortuna…

Ma io lo so che non è così perché conosco il lavoro che c’è dietro e conosco l’impegno e la passione che lo Staff intero ci mette per “spremere” il meglio che ognuna di loro può dare e quello che le ragazze ci mettono, anche, per superare i propri limiti… quali che siano, e, per fortuna, questa volta c’è la “prova TV” a testimoniare quanto di buono è in grado di fare la RHEA in campo e che grande squadra sa essere… non a parole, ma nei fatti!

Nel precedente articolo avevo ipotizzato una sfida equilibrata dando il 50% di possibilità ad entrambe sapendo e sperando che la Rhea avrebbe potuto dare il meglio di sé, cosa che ha fatto in eguale misura al Pianoro, dando vita a tre partite piene di sana tensione agonistica che sono terminate, sommando i punteggi delle 3 gare e dei 24 inning giocati, con un unico punto di differenza. Il tutto condito da una correttezza estrema in campo e nei dugout anche nei momenti di maggiore tensione o nei momenti in cui per l’una o per l’altra squadra le decisioni arbitrali potevano essere dubbie. Una sportività che, sinceramente, nel nostro girone non si vede spesso se non coperta da uno spesso strato di ipocrisia.

Le tre partite sono state trasmesse in diretta e commentate con il giusto distacco e competenza senza le fette di salame sugli occhi di chi, nella precedente messa in onda, avrebbe dovuto conoscere Nome, Cognome e caratteristiche di TUTTE le giocatrici che vengono schierate dalle squadre in campo mentre, per l’ennesima volta, ha dimostrato di “vedere” e conosce solo quelle che giocano per il team di “famiglia” e che, in realtà, non ha la minima idea di chi siano le giocatrici delle squadre avversarie tranne qualche “casuale” eccezione…

Adesso ci aspetta la meritata semifinale che giocheremo… ancora… con Saronno. Pazienza! Probabilmente passeranno il turno, ma speriamo di rendergli la vita il più complicata possibile e… chissà che la Rhea non ci stupisca una volta di più…

La Finale dovrebbe, quindi, essere Saronno vs Bollate, visto che Bollate si è rinforzato mentre Forlì dovrebbe essere “orfana” di Piancastelli… inutile dire che, se questa fosse realmente la finale, me ne guarderò bene dal soffermarmi a vedere anche solo un minuto delle partite che verranno trasmesse.

Gli spunti che mi darebbe la Finale ipotizzata li lascerò, eventualmente, per un futuro contributo a PM, sempre che ce ne saranno ancora... Per adesso, preventivamente, mi autocensuro visto che ho capito che, avendo lettori suscettibili e poco avvezzi all’autoironia, “democristianamente” dobbiamo avere la delicatezza di non turbare nessuno.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

CHE PARTITE RAGAZZE! CARONNO ÜBER ALLES!

Per la prima volta sono senza parole: che dire delle splendide prestazioni di tutte le nostre atlete? Incredibile, grazie a FIBS TV due giorni di spettacolo puro per gente con le coronarie di ferro. Nella mia lunga carriera non ricordo (ne parleremo in seguito) partite così emozionanti e anche giocate ad altissimo livello.

Tutte bravissime le nostre, alla faccia dei commentatori TV, altrettanto brave le avversarie. Argy ha stravinto il confronto con Marina, che ringraziamo: con due in base e la prima vuota anche mia nonna avrebbe passato in base Ambrosi, terzo battitore del line-up!

Tra tutte le bravissime devo però fare due nomi: Silvia che ha aggiunto un altro gioiello alla corona della sua splendida carriera e che con il suo pianto ha mostrato quanto sia coinvolgente lo sport a questi livelli e Carlotta che ha messo il suo primo tassello di una grande e lunga carriera.

Ma ci vorrebbe un articolo a parte per commentare e rivivere tutti i momenti delle tre partite.

Devo tirare le orecchie alla cara Loretta, che in situazioni così difficili ha sbagliato davvero poco, una gara con due/tre errori è un bell'arbitraggio. Peccato che un paio di chiamate sarebbero state determinanti, un arrivo in prima salvo di un metro e la chiamata di out a casa che avrebbe potuto essere mortale in caso di nostra sconfitta.

Ma torniamo al discorso "non ricordo partite così belle".

È l'occasione per calcolare quante ne ho viste, per cui ho la capacità di "sentire" quello che sta per succedere, da cui il soprannome di "IL GUFO". E domenica (ho testimoni) quando Rebecca è arrivata in prima ho previsto "ora segniamo due punti".

Facciamo due conti, in una stagione a Caronno si giocano 18 gare di A1, 10 di Prealpi,4 di Repubblica, 8 del Città di Caronno e una ventina di giovanili delle tre serie, per un totale di oltre 60 partite. Nel 2021 farò 50 anni di Tecnico FIBS, per cui siamo ad un totale di circa 3000 partite. Non sempre è stato così? Ma mettiamoci un paio di Europei, Preolimpiche, Coppe di vario genere, qualche anno di Little League, dieci anni di amatoriale e il vostro umile atleta/arbitro/scorer/speaker/manager arriva davvero a quella cifra. E non ne ho viste un altro centinaio da spettatore sui vicini campi di Bollate Saronno Legnano?

Per cui nella (ormai labile) memoria ne restano solo cinque paragonabili alle tre di Pianoro. Un Olanda-Russia dell'europeo 2003, due Little League con Olanda (vinta) e Uganda (persa), semifinale U13 a Pianoro (ricorsi storici!) e finale a Bollate U12 in occasione dello scudetto.

Ma veniamo a questioni più importanti: l'uso del termine "schemi mentali limitati" costerà a Bidus il pagamento della birra nella sfida che raccolgo, e io di birra ne bevo parecchia. (*) E portiamo due argomenti a favore della tesi che io sostengo.

Dato per scontato che per tutti lo sport è "vinca il migliore", capisco anche il punto di vista di Bidus, è il problema che si pone in tutte le partite giovanili dove devi far giocare tutte quelle che hai in panchina. E infatti a Caronno in tutte le partite di campionato tranne due, facciamo giocare tutte. Tranne le due con Bollate che possono determinare il prosieguo della stagione. E ripeto se vado in Polonia con la possibilità di offrire alle atlete un viaggio in USA, non nego alle brave questa possibilità per concedere una apparizione alle meno brave. E se Bidus non è d'accordo, per questo pagherà la birra per tutti: ci vedremo a Filippi! (**)

(*) Vedete di sbrigarvi, la querelle mi ha messo sete.

(**) Smania della citazione: non vorremmo che Dox gufasse a se stesso. È vero che oggi la frase viene utilizzata come scherzosa minaccia che allude a una prossima resa dei conti, ma storicamente "Ci rivedremo a Filippi" è la frase che la tradizione attribuisce al fantasma di Giulio Cesare che con essa si rivolge a Bruto. Lo storico Plutarco, nella sua opera “Vite parallele” racconta che Bruto – ossessionato dal senso di colpa per aver partecipato alla congiura che portò alla morte di Cesare – sognò un’entità che gli disse “Sono il tuo cattivo demone, Bruto; ci rivedremo a Filippi“. Quanto predetto in sogno, per certi versi si avverò; Bruto, infatti, fu sconfitto proprio a Filippi, città della Tracia, dagli eserciti di Ottaviano e Antonio. Tornando a noi, facciamo così, alla romana.