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Palla Mancata |
ANNO XXII - NUMERO 4 23 APRILE 2022 |
Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni |
MA IL CALDO? |
CHI, COME, DOVE E PERCHÉ |
PRONOSTICI |
L'attuale stagione del softball di A1 ritorna verso la normalità, leggasi una durata adeguata a un campionato di prima serie. Le due stagioni precedenti sono state giocoforza accorciate dalla pandemia e prima ancora dagli impegni della nazionale. Quest'anno si riprende l'intergirone e saranno 32 le gare ufficiali, in attesa del girone unico 2023 che riporterà le 38 partite, come d'altra parte era stato nel passato. Altra novità della stagione, rispetto alle precedenti, è il fatto che ai play-off accedano le prime due del girone, venendo meno il turno di qualificazione tra seconde e terze. Essendo stati sempre poco favorevoli a ridurre il numero delle finaliste, va però detto che nel 2022 la composizione dei gironi, con una sorta di scelta di teste di serie, rende meno problematica l'esclusione delle terze classificate. Tra chi scrive su PM vi è chi da sempre stigmatizza il comportamento di quelle squadre che scelgono di partire a ranghi incompleti per poi diventare imbattibili nel finale. Temiamo che questa scelta diventi sempre più rischiosa. È vero che il campionato si allunga, ma lasciare per strada qualche partita di troppo potrebbe costare anche l'accesso ai play-off. Il fatto è che il divario tra le lanciatrici italiane e quelle straniere in campo è molto marcato e chi schiera italiana contro straniera quasi sempre perde la gara. Tra i motivi ovviamente sta la carenza di lanciatrici di valore internazionale provenienti dai vivai. Per parecchi anni Greta Cecchetti ha sostenuto quasi da sola i successi della nazionale e ora che ha fatto altre scelte la pedana è debole e ciò viene evidenziato dal campionato. |
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Personaggi della settimana: Yuruby Alicart, Lara Cecchetti e Melany Sheldon, fuoricampiste a Nuoro |
AD OVEST DI PAPEROPOLI | |
LA FETTA DI
POLENTA |
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In un momento in cui tutto ci pare confuso, nebbioso e difficile da decifrare dobbiamo cercare di tornare all’immediata certezza che hanno i bambini nel riconoscere ciò che è bene e ciò che è male. Bisognerebbe tornare a quella capacità di capire subito l’enorme differenza che c’è tra la cioccolata ed una minestrina di verdure, tra ciò che dà gioia e ciò che dà dolore. I bambini sono capaci di riconoscere all’istante la fine e l’inizio di una cosa, sono arroganti, semplici e diretti, quando li osserviamo ci ricordano quando noi adulti volevamo essere astronauti, principi, esploratori, archeologi. Io ho sempre desiderato diventare un fotoreporter, un occhio sul mondo per raccontare con le immagini qualcosa che gli altri non vedono e ho finito per diventare invisibile anche a me stesso. Tutti noi nella nostra infanzia sapevamo distinguere quello che ci piaceva da quello che ci faceva male. Oggi molte cose sono cambiate, fino a qualche anno fa si sentivano bambine che volevano diventare “veline“, bambini/e che sognavano un futuro da cantanti, calciatori, ballerine. Oggi tra gli adolescenti Italiani e nel mondo, provatissimi dal lockdown da pandemia e ora dalle paure di una guerra in Europa, non si desidera più diventare nulla, si desidera solo sparire diventare invisibili. Si chiama ansia sociale, i ragazzi/e stanno ore a “chattare“ (conversare tramite una chat-line) e sono molto loquaci, ma se incontrano gente dal vivo diventano timidi e non sanno cosa dire, forse perché si sentono più al sicuro a comunicare senza contatto visuale e fisico, preferiscono sentirsi “invisibili“.
I famosi esperti e
tuttologi che hanno imperversato sugli schermi per la pandemia e ora ci
martellano con la guerriglia e gli armamenti nucleari concordano tutti
che praticare dello sport in modo regolare può alleviare sia l’ansia
sociale sia la dipendenza da internet. I miei simpaticissimi “compagni di penna“ scrivono così bene e con grande competenza di softball che per rendere più amena e meno tecnica la lettura su questo spettacolare settimanale io mi occupo di altro. Non vogliatemene quindi se corro sulle ali della schizofrenia e del bipolarismo strisciante, cambio spesso di umore e spesso ho desideri suicidi di fronte al barattolo della nutella clamorosamente vuoto. Lontano dalle luci della ribalta non ho più motivo di cercare nessuno e ancora di più nessuno mi cerca non essendo di nessuna utilità, ma non provo ansia sociale. Sperimento invece l’effetto trasparenza, e mi ristoro sulle ali dell’invisibilità. Vorrei ora raccontarvi di una stranezza che esiste a Torino, ne esistono molte quindi potrebbe anche diventare un segmento settimanale dei miei deliri, parliamo della “Casa Scaccabarozzi“ comunemente nota ai torinesi come la “Fetta di polenta“. Progettata dall’Antonelli padre della Mole ha come particolarità il colore giallo ocra e la singolare pianta trapezoidale e molto sottile dell’edificio. Guardandola da uno dei prospetti laterali notiamo che misura appena 54 cm. Mentre dall’altro lato arriva a 5 metri. Difficile da descrivere dovete proprio venire a vederla, inoltre si trova in zona Vanchiglia a pochi passi dalla Mole e con ottime birrerie nei paraggi. A buon intenditor poche parole. Un saluto oblungo, GB |
NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà) |
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CHI SPRECA TALENTI E CHI SPRECA RISORSE |
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Questa annata di PM è così… trovo più spunti dalla scorsa stagione che da quella attuale… che poi, a ben vedere… le stagioni in questo “bacino di acqua stagnante” che è il nostro movimento sono praticamente tutte uguali… quindi se uno volesse fare il pigro e rubare lo stipendio da redattore… potrebbe riciclare i contributi riveduti e corretti e… nessuno, o quasi, se ne accorgerebbe. (*)
A proposito di ripetitività
del nostro movimento, porto ad esempio l’ennesimo triplete di Bollate
nelle giovanili che, a mio modo di vedere, non è che la conferma che il
movimento non da molti segnali di vita… a prescindere dal numero
altalenante di società che di anno in anno si iscrivono e che a volte
fanno illudere che si sia innescato un processo virtuoso. Se una società vince così tanti titoli giovanili sicuramente ha un merito… grande ma… forse… se nessuna altra società riesce, se non sporadicamente, a spezzare questa egemonia… vuole dire che la “linfa vitale” di questo movimento sportivo… scarseggia o viene dilapidata o, forse, tutte e due le cose insieme. Questa situazione “stagnante”, ovviamente, può piacere a Bollate che, proprio per l’indubbia bontà e continuità del lavoro svolto con le giovanili, tra qualche anno potrebbe trovarsi a giocare un campionato di A1 a girone unico fatto da 4 squadre… tutte di Bollate, così che potranno essere certi che uno scudetto anche tra le Seniores lo porteranno a casa sempre…
A pensarci bene, il numero
di scudetti giovanili vinti da Bollate stride in modo evidente con il
numero di scudetti seniores vinti, tanto da diventare quasi un… evento
casuale… È anche vero che, spesso, ha dovuto avere a che fare con società che duravano il tempo di… un libretto degli assegni… con l’unico vero talento di “raccattare” qua e là per l’Italia qualche “prospetto” seguendo gli illuminati consigli di tecnici bravi a costruire squadre al Supermercato… piuttosto che crescere e valorizzare talenti del vivaio… in pratica delle “piccole” nazionali che se la giocavano con qualche società che, anche se avrebbe voluto o potuto, non aveva la possibilità di comprarne altre perché… quelle “buone” le aveva “prese” tutte lui. Al netto di queste attenuanti… non tanto generiche… credo si possa affermare che di fronte a tanta ricchezza ci sia la tendenza a… dilapidare nella stessa proporzione… il che non è, certamente, un bel segnale. (*) Dox lo fa, noi ce ne accorgiamo e quando capita lo riempiamo di note asteriscate. |
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TRA
SPEAKER E SCORER
(Dialoghi
tra sordi) di DOX |
Speaker’s corner Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno. |
CHE GUAIO SENZA VIVAIO |
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Superata senza danni l’avventurosa trasferta aerea a Nuoro, siamo in testa al girone e ormai in sicurezza. Una grandissima Tornes ci ha permesso di tornare con due vittorie contro l’ostico Nuoro, infarcito di ben 5 straniere, che darà del filo da torcere a molti nella seconda partita, e Cacciamani dovrà fare gli straordinari la prossima settimana per mantenere la testa della classifica, dato per scontato che Onofri vinca la prima, sorretta dalle potenti mazze del suo line-up. Meno facile di quel che sembri la partita del Caronno su Parma, ma Tornes può spuntarla su Guevara che magari può perdere per una base ball di troppo. Nella prima la triade (trimurti, terzetto, tris, triduo, triplete) di lanciatrici caronnesi avrà la meglio su Ghillani & co. che hanno sempre perso per manifesta. Castelfranco fa sempre molta fatica, ma in qualche modo è ancora a sole due partite dalla vetta ed è sempre in corsa per la matematica. Nell’altro girone Bollate è sicuro vincitore, visto anche l’arrivo dalla velocissima interbase USA, mentre stupisce Saronno.
In attesa di una
lanciatrice straniera che non ha ancora voluto (o potuto?) acquisire,
arranca nella seconda partita, dove se cede Rusconi è ridotto a mettere
in pedana Marrone per prendere in una ripresa 5 valide e 5 punti. Ma a
questo punto non valeva la pena di mettere una juniores? Non hai nel
vivaio una lanciatrice che prende meno di 5 punti a ripresa? Qualche
anno fa Saronno vantava uno scudetto U16: dove sono quelle lanciatrici
vincenti? Chiudo con un elogio ancora a Tornes, che rivaleggia con Peckova come miglior lanciatrice sui campi quest’anno. Alcuni dati: strike-out e basi concesse: Peckova 37-4, Tornes 35-4, Cacciamani 35-9, Guevara 31-8. Ma la ceca ha ogni tanto dei momenti di black-out con una curva interna che esce e cade troppo, mentre Yilian è sempre costante, e con l’arrivo del caldo potrà solo migliorare.
Ultimo appunto ai
classificatori di Bollate (o meglio al dirigente bollatese incaricato):
il mio solito pallino degli spettatori presenti. Al primo incontro con
Saronno sono indicati 200 presenti, e ci stanno, le tribune erano piene,
e anche qualcuno di più. |
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