Palla Mancata 

ANNO XXII - NUMERO 6

14 MAGGIO 2022

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

FINALMENTE INTERGIRONE


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

RESILIENZA

Il termine ha una derivazione tecnica (capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche), ma nell'attualità ha ormai assunto una valenza psicologica e sociologica indicando la capacità di fronteggiare in modo positivo eventi traumatici. Non si parla d'altro sulla stampa, il PNRR (inserito nel programma Next Generation EU, pacchetto di 750 miliardi di euro varato dalla UE) si chiama proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ma la domanda chiave è: la resilienza è una caratteristica intrinseca o si può creare (o comunque migliorare)?

Persino nel campo prettamente tecnico si può migliorare, nel senso che la ricerca può sperimentare nuovi materiali più resilienti, quindi superando la semplice misura di quanto sia resiliente un determinato materiale.

Se è così nella tecnica figuriamoci nella psicologia. Ci si può allenare ad essere resilienti, ovvero a "resistere, adattarsi e rafforzarsi, a fronte di una situazione di rischio, generando un risultato individuale, sociale e morale."

Per restare nel nostro piccolo e andando all'articolo di Dox, quando si perdeva 41-15 e si continuava a giocare ci si stava allenando alla resilienza. Questo occorre spiegare e, soprattutto, incoraggiare. Se le cose vanno male, se vi capitano accidenti imprevisti e brutti, continuate! Non dovete desistere, perché sviluppare capacità morali in grado di sostenervi quando tutto sembra andare male è ciò che rende maturi e realmente umani.


Personaggio della settimana: Silvia Durot ottima prestazione in gara uno con Saronno, poi un tiro sfortunato rovina tutto, ma non la su prestazione in pedana.


AD  OVEST  DI   PAPEROPOLI

NON SI FERMA IL VENTO CON LE MANI
di BIDUS

La vita è un’avventura meravigliosa e lo diventa ancor di più se la usiamo come un’occasione per conoscerci a fondo, per lasciarci sorprendere da chi siamo. Se abbattiamo i confini dentro i quali ci imponiamo di stare lasciandoci liberi di essere in pieno noi stessi. Costruiamo degli steccati per rinchiuderci dentro, ma i confini e gli steccati sono fatti per essere superati, con rabbia, con amore con gioia o con dolore.

Non importa.

Diamo fuoco alle barriere che ci separano da noi stessi, non smettiamo di essere curiosi verso chi possiamo essere, verso ciò che possiamo diventare.

Come sempre dissociato, come un pinguino imperatore salto da un argomento all’altro e mi avvicino sfiorandolo al motivo per cui esiste questo settimanale. Parliamo di Softball.

Perché mai una persona comune dovrebbe venire a vedere una partita di softball? Sinceramente è difficile rispondere, il Geom. Tarozzo di Santena non viene a vedere una partita di softball perché la trova noiosa, questa è la risposta che ci sentiremo dare, potrà darci fastidio, potremmo digrignare le dentiere ma questa è la realtà.

Qualche mamma, papà o fidanzato dirà che quando il battitore è nel box e l’arbitro chiama gioco gli batte forte il cuore. Certo dirò io con la solita acidità mefitica, ma perché c’è tua figlia, per tutti i numi. All’Ing. Perfetti di Bergamo il cuore non accelera minimamente e non sente nemmeno la voglia di alzarsi per esultare, dopo una mezzoretta è più probabile che si alzi e vada via.

L’errore forse è quello di proporci alla gente come il calcio. Ma non c’è lo stesso senso di appartenenza, non ci sono i giornali e le televisioni nazionali che se ne occupano, al lunedì sorseggiando un cappuccino non si parla di un favoloso doppio gioco, si parla di calcio.

Bisogna provare a pensare a qualche cosa di diverso, cambiamo l’immagine del nostro sport. saltiamo le barriere che ci siamo costruiti e pensiamo a come non fare annoiare il pubblico non pagante.

Resta comunque il fatto che ci sono cose che sfuggono alla nostra comprensione ed eventi che sfuggono alla nostra volontà. Seneca diceva: “ Non si ferma il vento con le mani “, le nostre mani non possono contenere e plasmare la nostra vita come quanto e quando vorrebbero, però dobbiamo provarci, magari non fermeremo tutto il vento, ma un pochino ci resterà tra le mani e non è detto che esso spiri sempre contro di noi.

Un saluto acido.
GB


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

SEGUIRE LA PASSIONE O... LA RAGIONE?
di
KARL DER GROßE

Seguendo da qualche anno questo sport, ciclicamente mi chiedo quanto valga la pena per le ragazze che si sono fatte coinvolgere dalla passione quanto, per la loro vita, sia meglio… seguire la passione o… la ragione. Prendo spunto dallo scorso contributo riferito al “Gruppo Sportivo Esercito” per fare delle osservazioni… rigorosamente fine a se stesse.

Al di là delle considerazioni fatte la scorsa volta sul senso che potesse avere dare questa… “opportunità” a delle singole atlete in uno sport di squadra, è proprio sul senso della “opportunità” che mi interrogo.

Mi spiego meglio, queste ragazze “spendono” molta parte della loro vita in nome di questa passione salvo, la maggior parte di loro, fermarsi nel momento in cui la vita “reale” chiede di uniformarsi e pensare al lavoro, alla famiglia e a tutte quelle cose che… “responsabilmente”, ognuno di noi, ad un certo punto, deve anteporre al puro divertimento.

E qui il primo si pone “bivio”, sul fatto di chiedersi… ma ne vale la pena di anteporre le responsabilità al divertimento? Ma questo sarebbe… un binario morto e non lo percorriamo.

Rimanendo su di un binario “tradizionale” la domanda è: "Ma la possiamo considerare veramente una opportunità? Siamo sicuri che non sia, in realtà, uno spreco?"

Seguitemi, se ne avete voglia. Con questa “opportunità” queste ragazze potranno scegliere di giocare fino a 35/40 anni e oltre, se il fisico glielo consentirà, e… beate loro… ma poi? A 35/40 anni che faranno? Questo non è uno sport dove ti puoi “riciclare” e continuare a fare il professionista come allenatore, dirigente o quant’altro.

A meno che qualcuna di loro non abbia la famiglia con la “fabbrichetta” che la aspetta… quindi si ritroveranno a fare il lavoratore statale, con tutti i pregiudizi e/o gli stereotipi che comporterà, con il posto fisso… “garantito” e… tutto qui?

Certo, per come va il mondo oggi, grazie a nostri pseudo imprenditori moderni che pensano che la Responsabilità Sociale del loro lavoro sia solo quella di fare più soldi possibili nel più breve tempo possibile a discapito di tutto e tutti… Certo, dicevo, che non avendo la “fabbrichetta” di famiglia, se la prospettiva è quella di farsi sfruttare con contratti di Stage, apprendistato e qualche altra diavoleria pretesa per pagare poco o niente, senza peraltro insegnare niente… forse, anche il tristissimo “posto statale” può essere visto sotto una luce diversa… Ma, come sappiamo, questa ipotetica “fortuna” è toccata a 6 “elette” poi ci sono anche molte altre atlete che hanno legato la loro vita al Softball, probabilmente, guadagnando qualche rimborso spese più o meno importante… che fino a che ci saranno mamma e papà che, anche senza la “fabbrichetta” di famiglia le sosterranno… andranno avanti così… ma poi?

Vebbé mi fermo qua… e, nel caso mi sia fatto capire male, quanto sopra sono solo pensieri a ruota libera senza alcuna velleità di giudicare… anzi… probabilmente è una sorta di invidia profonda che mi ha spinto a scrivere questo contributo.


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

DIAMO I NUMERI (*)

Modo di dire del dialetto lombardo per indicare chi straparla e sragiona in modo folle.

In questo caso invece si tratta di disamina matematica sui numeri, e il nostro sport (USA docet) vive proprio di numeri.

Intanto le più di cento squadre under 13 stanno cominciando sul serio a giocare, quindi pare che per davvero il movimento stia riprendendo fiato.

Vi sono poi trenta squadre di serie B, guardo qualche risultato per curiosità, vedo un Cali Roma-Dolphins Anzio 2-3. Bella partita per una serie B!

Poi vedo un Cairo-Rookies GE 30-3 e 21-0 (ebbene si, fanno un doppio incontro). 54 punti segnati sono un bel po', ci si mette anche un bel po' di tempo per segnarli tutti.

Ma c’è anche un Nuoro-Sassari 28-5 e 28-11, che fanno in tutto 72.

Ma il massimo è Catalana-Nuoro 2-12 e…..33-25 !!!  Ben 58 punti in una sola partita.

Se questo non è un record fatemelo sapere. (**) Ma quante ore ci hanno messo per segnare tutta questa roba? E l’arbitro è sopravvissuto? Sarei curioso di sapere se hanno battuto ottomila valide o se invece hanno preso sedicimila basi su ball. Va bene cominciare da zero, ma un minimo di gioco dovrebbe esserci. Oppure mettiamo un limite, arrivati a trenta punti totali, si smette.

***

Passiamo a considerare l’annoso problema “Lanciatrici Italiane”.

Già usare il plurale è cosa grossa, visto il numero limitato di questa rarissima specie. Un conto è il campionato, dove due lanciatrici deboli possono giocare una contro l’altra (ma se incontro una straniera perdo di sicuro) e un conto è la nazionale.

Fate conto di essere il manager dell'Italia e dovete scendere in campo contro Olanda o Rep.Ceca. Ecco l’elenco che avete a disposizione, in ordine di PGL o ERA che dir si voglia. Partita Greta per il Giappone, abbiamo solo l’ottima Cacciamani (1,21). E poi?

Nicolini (1,42), Messina (1,68), Monari (1,83), Tagliavini F. (1,87), Bigatton (2,84).

Le altre sono già sopra il 3: Durot (3,39), Zumerle M. (3,77),  Riboldi (3,94), Biasi (4,45), Onofri (4,55), Comar (4,87), Ghillani (5,70), Fabbri (5,79), Rusconi (6,27), Salis (6,49).

Abbiamo anche Munaretto (7,92) e Nannetti (8,65) che partono regolarmente in A1.

Ne abbiamo elencate 15, ma rifaccio la domanda, chi mettete in pedana? Solo tre/quattro (o meno?) delle elencate sono di livello europeo. Non parliamo poi di affrontare USA o Giappone.

Soluzione? Due ipotesi: visto che la FIBS ora ha soldi, faccio arrivare dagli USA tre o quattro pitching coach di alto livello e questi girano per le varie squadre, un paio di allenamenti a settimana per ognuno, per tutta la stagione, e vediamo se migliora qualcosa.

Altra ipotesi, divieto di lanciatrice straniera in campo. E senza oriunde, comunitarie, europee, naturalizzate eccetera: solo nate e cresciute in Italia.

E magari adottiamo tutte e due queste soluzioni, altrimenti all’europeo rischiamo di restare giù dal podio dietro Spagna o Germania.

Dimenticavo, è più facile comperare qualche oriunda e tirare a campare così, meno spese, meno sbattimento e qualche medaglietta in più. Vai là che vai bene.

(*) Attività congeniale a tutti coloro che scrivono su PM. E non si parla di statistica.

(**) Non sappiamo quale sia il record, tuttavia a Dox-con-poca-memoria ricordiamo di andare a pag. 76 del libro del Quarantennale e troverà una citazione che riguarda proprio la squadra di softball del Caronno. In una partita Novara-Caronno il punteggio fu 41-15, totale 56 punti. All'epoca non c'era il termine anticipato per differenza punti.