Palla Mancata 

ANNO XXII - NUMERO 8

11 GIUGNO 2022

Notiziario quasi serio su quello che riguarda, non riguarda o potrebbe riguardare il softball, e non solo, a Caronno Pertusella e dintorni

SI CHIUDE L'INTERGIRONE


CHI, COME, DOVE E PERCHÉ

FINALI GIOVANILI: PRIMA PUNTATA

Chiusa la parentesi dello corso anno che prevedeva iscrizioni libere alle finali, idea da noi caldeggiata (assieme a Bollate), non capita dalle società interessate e quindi cassata, siamo a dover rinnovare commenti polemici sulla circolare relativa alle finali giovanili.

Sembra sempre che questa fase sia una pratica burocratica da sbrigare in qualche modo (in generale male), anziché un momento che celebra un anno di impegno per staff tecnici e - soprattutto - giovani atlete.

Perché siamo così critici?

Cominciamo con qualche considerazione. Le finali nazionali, il cui ultimo atto è l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia, si suppone che debbano premiare le migliori squadre, ma da come sono congegnate ciò non sembra.

Pare che la prima preoccupazione sia la rappresentanza, se poi vengono escluse buone squadre poco importa.

Facciamo un esempio, ma per ora anziché fornire dati e numeri invitiamo chi ci legge a cercarli direttamente sul sito FIBS, sono di pubblico dominio.

Under 13 Softball (fino al 2020 Under 12): andate a guardare chi sono state le finaliste negli ultimi 10 anni. Ebbene, utilizzando esclusivamente criteri di rappresentanza, che non tengono conto dei valori in campo, alla Lombardia nel 2022 compete un solo posto alle finali nazionali.

Se questo criterio fosse stato seguito negli anni precedenti Caronno non avrebbe ottenuto (escluso  il 2016):

- 2 titoli nazionali (2016, 2019);

- 1 secondo posto nazionale (2020);

- 1 terzo posto nazionale (2021).

Bel colpo (si direbbe)! Questo sarebbe il rispetto per il valore in campo, che nello sport è tutto?

Non basta, andate anche a vedere i risultati numerici delle gare disputate. Senza indicare le squadre avversarie i risultati numerici, escluse le due avvincenti partite partite con Bollate, sono stati 11-0, 12-0, 9-0, 12-2. Ricordiamo anche che nelle finali la partita si interrompe quando la squadre perdente non ha più possibilità di rimontare, e con il limite di 4 punti a ripresa alcune delle partite sono durate non più di tre riprese.

Ma con il criterio 2022 Caronno non avrebbe partecipato, mentre quasi tutte le squadre sconfitte con i punteggi sopra indicati si.

Dov'è la logica? Ma soprattutto dov'è il rispetto per il valore sportivo che nello sport è tutto?

La soluzione c'è ed è semplice:

A) Si procede come nel 2021 chi vuole disputare le finali si iscrive. Si teme una pletora di iscrizioni? Sbagliato. Nel 2021 a malapena si sono raggiunte 9 iscrizioni per categoria, cui si sono aggiunte ulteriori defezioni nei concentramenti.

B) In subordine, per le regioni con maggior numero di squadre iscritte si può pensare a una fase di qualificazione per le seconde qualificate in campionato.

Si possono pensare alternative, tutte migliori della pessima scelta dell'attuale circolare.

Prima puntata (more to follow)


Personaggio della settimana: Argenis Blanco e Paola Sarassi, quando si dice "se vai con lo zoppo impari a zoppicare".

   

Necessaria spiegazione

Nell'immaginario collettivo, il "cappello da baseball" è una forma di copricapo che tutti conoscono. Nel film Un americano a Roma (1954) Alberto Sordi porta sempre questo cappello per rimarcare la ricerca dell'americanità, ma è un dato di fatto che sui campi da baseball (e da softball) i coach indossano il "cappello da baseball".

Da tempo, invece,  Argenis Blanco si presenta agli allenamenti con una serie di cappelli stravaganti, tutti a tesa tonda, è evidente che gli piaccioni.

Ne ha una nutrita collezione: invernali, estivi-spiaggia, estivi-escursione in montagna, estivi passeggiata in una città d'arte, e qui possiamo fermarci, ma ce ne sono anche altri.

Non ci siamo quindi troppo sorpresi se anche coach Paola Sarassi si è presentata all'allenamento con un cappello di foggia simile.

Paola ha tentato la discolpa ricordando che l'ha comperato da tempo, ancor prima che Argenis introducesse la sua moda. Sarà, ma resta il fatto che così non si era mai presentata prima, ecco perché ci pare più appropriato sentenziare il detto dello zoppo.


NÉ TIFOSO, NÉ TECNICO (Commenti in libertà)

SENTIRSI A PROPRIO AGIO
di
KARL DER GROßE

Recentemente, dopo parecchi anni, sono tornato sulle tribune del campo di Bollate e, praticamente subito, mi sono trovato a disagio e mi sono accorto del motivo per cui non ci andavo più. Il motivo è che lo trovo uno dei campi più “distanti” che mi sia mai capitato di incrociare.

E questo non solo perché io sia “sentimentalmente” legato ad una società “storicamente” rivale (chi se ne frega,) ma proprio al fatto che facciamo parte di due mondi totalmente distanti e il loro è un mondo che, a torto o a ragione, non mi interessa avvicinare.

Quello che non mi è mai piaciuto nel loro approccio… “educativo” è l’importanza esclusiva data alla vittoria… a prescindere da tutto… e, forse per questo, non trascurano nessun aspetto… a cominciare dal non fare sentire a proprio agio la squadra avversaria e i suoi sostenitori, per finire forzando le situazioni per raggiungere l’obbiettivo della vittoria fin dalle prime categorie. Di esempi potrei portarne talmente tanti da poterci scrivere un libro e, considerando che sono spesso, almeno a livello giovanile, la squadra più forte… da qui deriva il senso di distanza.

Probabilmente sono sbagliato io visto i tempi che corrono e i valori che vengono ritenuti… “importanti” e, infatti, prendo ad esempio Bollate, ma potrei parlare di altre società sia del softball che di altri sport, siano essi individuali che di squadra, dove tutto è finalizzato all’unica, per loro, cosa importante della vita… la vittoria!

Sarà, forse, perché io nella mia vita ho praticato a livello pseudo agonistico parecchi sport e in nessuno ho raggiunto livelli, anche solo minimamente, degni di nota ma, personalmente, ho sempre cercato di giocare al meglio delle mie possibilità ed ero contento quando questo avveniva a prescindere dal risultato finale… Certo, quando mi capitava anche di vincere ero, ancora più soddisfatto ma, diversamente, se l’avversario era stato più bravo… Complimenti! Bravo lui.

Al giorno d’oggi invece, nella vita come nello sport, il “risultato” è più importante del modo in cui viene ottenuto di conseguenza vengono esaltate come doti anche quelle che permettono ad un “competitor” di prevalere sul suo “avversario” anche usando, non solo le sue abilità, ma anche, spesso e soprattutto , altri mezzi a volte leciti e altri meno.

In questi giorni, per fare degli esempi, seguendo la MotoGP si parla molto del fatto che Francesco “Pecco” Bagnaia sia un fortissimo pilota ma probabilmente ha il limite si essere… troppo sensibile… (!!??) e si sta “esaltando” il fatto che Enea Bastianini sia, probabilmente, più forte perché, dopo averlo battuto in pista in uno degli ultimi GP, si è lasciato andare a punzecchiature e provocazioni nei confronti dell’altro cercando di prendere il sopravvento anche psicologico sull’avversario che, peraltro è stata una ”dote” da sempre riconosciuta a un grande talento come Valentino Rossi per rimanere nello stesso ambito sportivo oppure, cambiando sport, è considerata una dote da… “vincente” la capacità di certi, peraltro già fortissimi, giocatori della NBA , di condizionare gli avversari con il “trash talking” che hanno il loro maggior esponente nel, probabilmente, più grande giocatore di sempre Michael Jordan.

Potrei continuare citando certi calciatori che hanno costruito la loro carriera… vincente… a suon di simulazioni e scorrettezze varie… mentre io non seguo il calcio perché il mio primo e ultimo idolo calcistico è stato Gigi Riva che nulla aveva a che fare con lo… stereotipo… del calciatore vincente di oggi.

Quindi, cercando una chiusura, per questo noiosissimo e… disagiato contributo.
Che tu sia una Società, una Squadra, un singolo atleta oppure un professionista di qualsiasi ambito… se sei bravo, e sicuramente lo sei, perché non pensi a giocare meglio dell’altro e ad essere un lavoratore efficiente senza pensare necessariamente a trovare il modo di “battere” un vero o ipotetico avversario con ogni mezzo?


TRA SPEAKER E SCORER  (Dialoghi tra sordi)
di DOX

Speaker’s corner

Si chiama così l’angolo di Hyde Park in Londra dove chiunque, salito su una sedia o anche solo su una cassetta vuota della frutta può tenere discorsi sparandole grosse quanto vuole. Questo è anche il compito dello speaker di Caronno.

SU E GIÙ DALL'ALTALENA

Dicesi altalenante qualcosa che cambia periodicamente da una situazione all’altra.

Considerazione: è difficile fare pronostici, soprattutto sul futuro (Yogi Berra).

La palla è rotonda, non ci sono più le stagioni, c’era il sole, la pozzanghera….

Prendiamo il Parma: viene a Caronno con Ghillani che dà una montagna di basi ball e ha PGL 7. ... Saranno due facili vittorie. Ma Ghillani non dà neanche una base ball, concede due sole valide e non ci fa vedere la palla.
Merito suo o il Caronno dormiva? Parma va a Bollate e perde nettamente. Caronno dormiva.

Poi il Parma affronta Pianoro e lo schianta con 11 valide e Gillani di nuovo tiene a zero l’attacco avversario. E Caronno fa 15 punti alla Sestese. A zero. Ma allora? Addio pronostici.

E Pianoro rimane a galla grazie a due valide di una certa Trevisan (ancora?!) che batte a casa il pareggio e in overtime la vittoria. Vedremo sabato, visto che siamo entrambi 12-6 come anche Saronno su cui Pianoro fa la sua corsa. Punterà ad un pari con Comar nella prima o rischierà tutto o niente con Comar nella seconda? Bella domanda.

Secondo discorso. È ormai assodato che quello che conta è un buon calendario anziché una buona squadra. Un antico saggio sentenziava che per avere successo devi avere le cinque C: Costanza,Conoscenza,C***,C***,C***.

Come detto più volte, tu incontri una squadra con una ragazzina in pedana, la volta dopo io mi trovo contro una forte straniera. Puoi allenarti duramente, fare sacrifici, lottare con i denti e tutto viene vanificato da un calendario “sfavorevole”. Squadre che ad inizio stagione sono materassi si riempiono di “straniere” e se le incontri tardi nella stagione sono problemi.

A Saronno arriva la nuova lanciatrice, alta bionda e mancina, che ha appena finito il campionato in USA. OK, Rusconi lancerà di meno. Poi in A2 il Collecchio B si ritrova in pedana proprio..Rusconi!

Ma non ha giocato sabato nel Saronno in A1? Peccato, cavoli tuoi, dovevi giocare la settimana prima!

Altro esempio, incontro il Rescaldina, prevedo facili vittorie, ma trovo in pedana Malik (?!) dall’Ucraina e in campo una seconda compagna. OK, poverine, non è colpa loro se sono state invase, ma se giocavo la settimana scorsa?

E ora, finito il college, rientreranno un po' di oriunde-nazionali e riappariranno forti atlete finora ferme per diversi motivi.

Sia ben chiaro, è tutto permesso dai regolamenti vigenti, è tutto regolare.
Ma a casa mia se all’oratorio a metà torneo facevi giocare gente nuova appena arrivata ti prendevano a pedate e nessuno avrebbe più giocato con te in seguito.

Chi ha orecchie da intendere, intenda.